Vladimir Putin e la ritirata russa da Kherson che può costargli la vita. «Da quel giorno vive nella paura»

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(Roma, 23 novembre 2022). La perdita di Kherson ha inferto un duro colpo alla strategia militare di Mosca che avrebbe voluto stabilire un corridoio terrestre verso la Crimea e garantire un approvvigionamento idrico alla penisola controllata dalla Russia

Il ritiro delle truppe russe dai territori ucraini sta facendo vivere un brutto momento al presidente della Federazione, Vladimir Putin. Tanto che dall’entourage del presidente ucraino Zelensky ritengono che lo zar viva ora nella paura. All’inizio di questo mese, la Russia ha annunciato il suo ritiro dalla regione di Kherson, segnando una delle sconfitte più imbarazzanti per Putin e un potenziale punto di svolta nella guerra che ha raggiunto il suo nono mese. La perdita di Kherson, l’unica capitale regionale conquistata dalla Russia durante il conflitto, ha inferto un duro colpo alla strategia militare di Mosca che avrebbe voluto stabilire un corridoio terrestre verso la Crimea e garantire un approvvigionamento idrico alla penisola controllata dalla Russia. Ed è per questo che chio conosce i russi sa che ora Putin ha paura «perché non c’è perdono per gli zar che perdono le guerre», ha dichiarato al Times Oleksiy Arestovich, consigliere del capo dello staff del presidente ucraino . «Adesso sta combattendo per la sua vita. Se perde la guerra, almeno per come ragionano i russi, per lui sarà la fine». Prima di tutto la sua fine politica, ma c’è chi ipotizza che rischierà anche la vita.

La sconfitta umiliante a Kherson

La vittoria dell’Ucraina su Kherson è arrivata dopo una serie di umilianti ritirate delle forze del Cremlino nelle regioni di Kharkiv e Donbass. «Questo ha costretto anche le persone molto fedeli a Putin a dubitare di poter vincere questa guerra», ha detto ancora Arestovich. Secondo il quale la liberazione di Kherson ha innescato nuovi attacchi russi alle infrastrutture del paese e piani per una nuova offensiva dalla Bielorussia, un forte alleato di Mosca a nord dell’Ucraina. Le truppe di Putin sono avanzate su Kiev dalla Bielorussia durante le prime fasi della guerra, ma sono state costrette a ritirarsi dopo una dura resistenza. Le autorità ucraine hanno iniziato a evacuare i civili dalle sezioni recentemente liberate delle regioni di Kherson e Mykolaiv, temendo che la mancanza di riscaldamento, elettricità e acqua a causa dei bombardamenti russi possano rendere le condizioni di vita impossibili e troppo difficili per l’inverno. Infatti l’Organizzazione mondiale della sanità ha affermato che milioni di persone in Ucraina dovranno affrontare condizioni «pericolose per la vita» nei prossimi mesi, con i residenti delle regioni meridionali esortati a trasferirsi in aree più sicure nelle parti centrali e occidentali del paese. Arestovich ha ribadito l’obiettivo dell’Ucraina di riconquistare tutta la terra che è anche nelle mani russe, compresa la Crimea, la penisola del Mar Nero che è stata annessa dal Cremlino nel 2014.

La reazione

Nel frattempo, Putin questa settimana ha continuato a mostrare i muscoli, pubblicizzando il potere militare che si trova nell’Artico occidentale. Durante una cerimonia di alzabandiera sono stati mostrati due rompighiaccio a propulsione nucleare che garantiranno la navigazione tutto l’anno nei territori del nord. «Entrambi i rompighiaccio – ha spiegato lo stesso Putin – sono stati impostati come parte di un grande progetto e fanno parte del nostro lavoro su larga scala per riattrezzare e rifornire la flotta nazionale di rompighiaccio, per rafforzare lo status della Russia come grande potenza artica». L’Artico sta assumendo una maggiore importanza strategica a causa della crisi climatica, mentre una calotta glaciale che si restringe apre nuove rotte marittime. Vaste risorse di petrolio e gas si trovano nelle regioni artiche della Russia, compreso un impianto di gas naturale liquefatto nella penisola di Yamal.

Putin ha sorriso mentre il rompighiaccio nucleare Yakutia è stato varato mentre veniva suonato l’inno nazionale russo. E’ stata issata la bandiera nazionale ed è stato annunciato che inizierà a funzionare a dicembre. Il presidente russo ha anche manifestato l’intenzione di incontrare le madri dei riservisti chiamati a combattere in Ucraina. La guerra ha ucciso e ferito decine di migliaia di soldati da entrambe le parti, secondo gli Stati Uniti, e l’invasione russa ha innescato il più grande confronto tra Mosca e l’Occidente dalla crisi dei missili cubani del 1962. L’incontro con le madri dei soldati, riportato per la prima volta dal quotidiano Vedomosti, è stato confermato dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. La Russia celebra la festa della mamma il 27 novembre. «Il presidente tiene spesso tali riunioni, non sono tutte pubbliche», ha spiegato Peskov.

Di Cristiana Mangani. (Il Mattino)