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«Missili sulla Polonia». Mosca smentisce: «Non sono nostri, provocazione»

(Roma, 15 novembre 2022). Importante raid missilistico in queste ore sull’Ucraina: bombardata Kiev, così come Leopoli. Colpito un villaggio in Polonia: si rischia l’applicazione dell’articolo 5 della Nato. Ma è giallo

Importanti bombardamenti sono stati segnalati, a partire dalle 14:00 ora italiana, in molte città dell’Ucraina. La più bersagliata in questo momento sembra essere Kiev. Nella capitale, ha raccontato sui social un corrispondente del Financial Times, sono state udite almeno tre forti esplosioni in pieno centro.

Sono stati attivati i sistemi antiaerei in diverse regioni del Paese, comprese anche alcune delle aree occidentali. Il tutto proprio nel giorno in cui a Bali è in corso il G20 e in cui il presidente Volodymyr Zelensky ha presentato un proprio piano di pace. E in serata dalla Polonia è arrivata la notizia di un missile russo andato oltre il confine ucraino. Colpita la località di Przewodów, dove in una fattoria sono morti almeno due civili polacchi. Una circostanza che fa evocare l’articolo 5 della Nato che potrebbe portare a una risposta armata del blocco atlantico. Da Mosca però sono arrivate smentite. « Quei missili – si legge in una nota del ministero della Difesa russo – non sono nostri ».

I raid su Kiev

In Ucraina erano passate da poco le 15 quando i cittadini di Kiev hanno sentito riecheggiare il suono delle sirene di allerta. Nel giro di qualche minuto, la città è stata scossa anche da forti esplosioni. La mente è corsa subito al 10 ottobre, giorno in cui la capitale ha subito i più importanti bombardamenti dall’inizio della guerra. Nei media ucraini si è iniziato subito a parlare di deflagrazioni in grado di coinvolgere anche edifici residenziali.

Il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, ha riferito di almeno tre condomini centrati dai missili. Inizialmente si era parlato di due edifici colpiti, ma è stato lo stesso primo cittadino intorno alle 16:00 ad avvisare di un terzo obiettivo civile coinvolto nel bombardamento. Il distretto interessato in tutti e tre i casi è stato quello di Pechersk, nel cuore della capitale ucraina. Si tratta dell’area dove sorge anche il quartiere governativo, sfiorato quindi dai raid russi delle ultime ore.

Al momento il bilancio parla di una vittima, così come riferito ai media locali dall’amministrazione militare di Kiev. I soccorritori sono a lavoro e non è cessato ancora l’allarme aereo, per cui è prematuro parlare di un eventuale ulteriore coinvolgimento della popolazione civile. In totale, ha fatto sapere alla Bbc il consigliere del ministro della Difesa, Yuriy Sak, sono stati almeno 70 i missili caduti tra Kiev e le altre regioni colpite. Alcuni ordigni sono stati raggiunti e neutralizzati dalla contraerea. Una cifra corretta poi dal portavoce del comando dell’Aeronautica Militare delle Forze Armate ucraine, Yuriy Ignat, secondo cui gli ordigni piovuti sul Paese sarebbero almeno cento. Di più quindi rispetto agli 84 del 10 ottobre.

Allarme in quasi tutta l’Ucraina, blackout a Leopoli

A guardare la mappa diffusa dal centro per le emergenze nazionale, le regioni evidenziate in rosso sono tutte quelle a ovest del Dnepr. Segno quindi di come Mosca stia colpendo obiettivi non prossimi ai principali fronti di guerra.

Le difese aeree sono state attivate a Zhytomyr, Vinnytsia, Rivne, Leopoli. Anche qui sono state avvertite forti esplosioni. Da Leopoli sono arrivate anche notizie di un blackout in città a seguito dei bombardamenti.

È probabile, come accaduto nelle ultime settimane, che gli ordigni abbiano colpito centrali e sottostazioni elettriche. Una circostanza molto temuta da Kiev, visto che il governo a causa dei precedenti raid ha già dovuto provvedere a un programma di razionamento dell’energia elettrica e per diverse ore le principali città ucraine restano al buio.

Un attacco nel giorno del G20

Difficile dire se l’ultimo bombardamento è in qualche modo collegato al fatto che proprio in queste ore è in corso a Bali la riunione del G20. Un incontro in cui è presente il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov e a cui ha partecipato, in videocollegamento da Kiev, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Quest’ultimo ai leader del G20 ha presentato un proprio piano di dieci punti per giungere a un negoziato. Un documento giudicato irrealizzabile e irricevibile sia dallo stesso Lavrov che dal portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. L’irritazione di Mosca è stata ben evidente nelle parole del ministro degli Esteri russo, il quale ha parlato di “retorica russofoba” da parte di Zelensky.

Kiev: « A Kherson russi si ritirano verso est »

Intanto mentre nella capitale e nelle principali città dell’ovest del Paese si fanno i conti con i nuovi bombardamenti, importanti novità sono arrivate dalla regione di Kherson. Qui nei giorni scorsi gli ucraini hanno ripreso in mano il capoluogo e adesso, come riportato da Ukrainska Pravda, i russi starebbero perdendo ulteriormente terreno.

Natalya Gumenyuk, capo del Centro stampa di coordinamento congiunto delle forze di difesa del sud dell’Ucraina, ha infatto dichiarato che le forze di Mosca sono arretrate di almeno 15 o 20 km dalla riva del Dnepr. « Stanno indietreggiando verso l’entroterra della regione di Kherson – ha dichiarato Gumenyuk – per mettersi al riparo dai raid dell’artiglieria ucraina ». Potrebbe concretizzarsi quindi per Kiev la creazione di una zona cuscinetto oltre il fiume per proteggere Kherson, situata lungo la sponda occidentale del Dnepr.

Missile colpisce località polacca

Dei missili russi sono caduti nella cittadina polacca di Przewodów, a 7 km dal confine con l’Ucraina. Almeno due vittime tra i civili: nelle immagini diffuse sui social, si notano i crateri provocati dalle esplosioni all’interno di una fattoria. Il premier polacco, Mateusz Morawiecki, ha convocato d’emergenza il consiglio di difesa.

A confermarlo è stato il portavoce del governo polacco Piot Müller, secondo cui Varsavia sta adesso osservando da vicino la situazione. A confermare l’accaduto anche fonti dei servizi segreti Usa, i quali hanno specificato come questa volta gli ordigni sono caduti all’interno del territorio di un Paese della Nato. Circostanza che fa pensare alla possibile applicazione dell’articolo 5 dell’Alleanza Atlantica, secondo cui « Le Parti convengono che un attacco armato contro uno o più di loro in Europa o Nord America sarà considerato un attacco contro tutti loro ».

Da Mosca però hanno tenuto a smentire ogni coinvolgimento. « Le dichiarazioni dei media – su legge in una nota del ministero della Difesa russo – e dei funzionari polacchi sulla presunta caduta di missili “russi” nell’area di Przewowo sono una deliberata provocazione per aggravare la situazione. Nessun attacco su obiettivi vicino al confine di stato ucraino-polacco è stato effettuato da razzi russi. Il relitto pubblicato dai media polacchi sulla scena non ha nulla a che fare con le armi russe ».

Di Mauro Indelicato. (Il Giornale)

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