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Liz Truss, del partito Conservatore, è la nuova prima ministra del Regno Unito

Ha superato in una votazione interna al partito l’ex ministro dell’Economia, Rishi Sunak: si insedierà martedì

Liz Truss, ministra degli Esteri del Regno Unito, è stata eletta prima ministra britannica al posto del dimissionario Boris Johnson: il gruppo parlamentare dei Conservatori lo ha annunciato lunedì al termine della votazione interna agli iscritti al partito iniziata a fine luglio. Truss si insedierà martedì dopo aver ricevuto formalmente l’incarico dalla regina Elisabetta: sarà la terza donna nella storia del Regno Unito a ricoprire questo ruolo, dopo Margaret Thatcher e Theresa May (tutte del partito Conservatore).

Truss ha vinto contro l’ex ministro dell’Economia Rishi Sunak con un margine piuttosto ampio: circa 81mila voti contro i circa 60mila ottenuti da Sunak. La vittoria di Truss era stata ampiamente prevista dalla maggior parte dei sondaggi più recenti.

Le votazioni erano iniziate dopo le dimissioni di Boris Johnson da primo ministro e da leader del partito: nel Regno Unito, infatti, il leader del partito di maggioranza assume automaticamente l’incarico di primo ministro. Il voto si era svolto in due fasi: la prima, interna ai soli parlamentari conservatori, era servita a escludere i primi sei candidati degli otto originariamente selezionati. Con la seconda, gli oltre 160mila iscritti al partito hanno scelto chi tra Truss e Sunak dovesse guidare il partito e diventare quindi primo ministro.

L’elezione di Truss è avvenuta in un momento di grande difficoltà per i Conservatori britannici e in generale per il Regno Unito. Johnson aveva annunciato le proprie dimissioni a causa delle forti pressioni provenienti dall’opposizione e dai membri del suo stesso partito, dopo mesi di scandali legati alle feste organizzate in violazione delle restrizioni in vigore durante i lockdown.

Truss ha 47 anni, è nata e ha studiato a Oxford e dal 1996 fa parte del Partito Conservatore, per cui dal 2010 rappresenta in parlamento il collegio di South West Norfolk. Ha avuto diversi incarichi ministeriali durante i governi di David Cameron, Theresa May e Boris Johnson.

«La sua carriera è piena di inversioni a U», ha scritto su Carnegie Europe il giornalista britannico Peter Kellner. Il cambio di posizione più radicale è stato su Brexit: nel 2016 Truss si era detta contraria all’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, salvo poi definirla un’opportunità «per scuotere il modo in cui funzionano le cose» quando la sua parte aveva perso il referendum.

Prima di aderire al partito Conservatore aveva avuto una breve esperienza di militanza nei Liberal Democratici, partito liberale e progressista: in quel periodo si era detta a favore dell’abolizione della monarchia.

Dopo anni di carriera nel partito Conservatore, in questa campagna elettorale ha fatto di tutto per presentarsi come l’erede di Margaret Thatcher, la leader conservatrice più nota del Regno Unito e una delle figure politiche più influenti dell’intero Occidente, nota soprattutto per la sua inflessibilità e poca attitudine al compromesso e per le sue politiche neoliberiste e antisindacali che smantellarono ampi pezzi dello stato sociale britannico con enormi conseguenze per la classe lavoratrice, con cui avviò un durissimo conflitto sociale.

Di Truss l’ex parlamentare conservatrice Anna Soubry, che ora guida il partito di centro Change UK, ha detto: «La sua ambizione è, senza dubbio, molto maggiore delle sue capacità».

In campagna elettorale Truss ha institito soprattutto sui tagli alle tasse: tra le altre cose ha detto di voler cancellare l’aumento dei contributi di 1,25 punti percentuali introdotto lo scorso aprile per garantire più finanziamenti al servizio sanitario nazionale e ad alcuni servizi sociali, così come l’aumento delle tasse per i profitti societari che dovrebbe essere introdotto a partire dall’anno prossimo. Truss ha anche proposto di sospendere il cosiddetto “Green levy”, una tassa imposta sulle bollette che serve a finanziare programmi governativi per la sostenibilità ambientale, e di creare «zone a bassa tassazione e regolamentazione» per favorire l’innovazione e l’impresa.

Truss ha fatto inoltre proposte decisamente populiste, come quando ha detto che i campi britannici dovrebbero essere usati per coltivare, e non per ospitare pannelli solari.

A livello di politica estera ha detto di voler continuare a sostenere l’Ucraina, anche in questo caso con dichiarazioni piuttosto plateali: «Come primo ministro sarò la più grande amica dell’Ucraina»; «mi impegnerò del tutto per garantire una sconfitta strategica del presidente russo Vladimir Putin».

Truss ha adottato posizioni più tiepide di Johnson riguardo al rapporto con gli Stati Uniti, definendo il paese «speciale, ma non esclusivo» e dicendosi intenzionata a stabilire relazioni altrettanto solide anche con altri stati (ha citato l’Australia, l’India e i paesi europei, soprattutto quelli baltici).

Alcuni commentatori ritengono che le proposte assai radicali di Truss, soprattutto quelle in ambito fiscale, si spieghino col tipo di votazione appena concluso: Truss si è rivolta al solo elettorato conservatore, più che a tutto quello del Regno Unito, e per di più agli iscritti al partito, che tendenzialmente corrispondono agli elettori più radicali: per convincerli, ha insistito soprattutto sui temi e valori più tradizionali.

Ora Truss dovrà adattare la sua piattaforma politica all’intero corpo elettorale, e allo stesso tempo mostrare di essere in grado di mantenere le proprie promesse e risollevare l’economia del Regno Unito: in molti ritengono che non ci riuscirà, e che la sua elezione a primo ministro porterà alla sconfitta del partito Conservatore alle prossime elezioni.

(Il Post)

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