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Libano: fonti stampa, segnali positivi per accordo su confini marittimi con Israele

Il dossier relativo alla delimitazione dei confini marittimi tra Libano e Israele torna sotto i riflettori in attesa del ritorno del mediatore statunitense Amos Hochstein a Beirut e diversi segnali positivi sono emersi in questi giorni circa la possibilità di raggiungere un accordo. Lo ha riferito il quotidiano “Al Akhbar”, vicino a Hezbollah, secondo il quale il ritorno di Hochstein non è un segnale negativo ma piuttosto rappresenta la volontà di Israele di ottenere garanzie da parte del movimento sciita. Il quotidiano ha inoltre evidenziato la presenza di “messaggi chiari” da parte dello Stato ebraico circa l’accettazione delle richieste del Libano dal momento che “il governo israeliano è posto sotto pressione da parte di alcune società che operano nel campo energetico e vogliono vendere gas in Europa”.

Secondo il portale informativo “Al Diyar”, vicino al movimento sciita, la visita del mediatore Usa nella regione avverrà alla fine di questa settimana o all’inizio della prossima. Le fonti parlano anche dell’influenza della Turchia nel fascicolo dal momento che il premier israeliano Yair Lapid avrebbe ricevuto “consigli chiari e diretti” dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan sulla necessità di chiudere rapidamente il dossier. Il sito web d’informazione “Naharnet” ha invece riferito che il mediatore statunitense si troverebbe ora in Grecia per recarsi in Libano alla fine di agosto. Questa sera è atteso un discorso sulla questione dei confini marittimi da parte del leader del movimento sciita Hezbollah, Hassan Nasrallah.

La disputa tra Libano e Israele riguarda 860 chilometri quadrati di territorio marittimo ricco di idrocarburi, che si estende lungo il confine di tre blocchi energetici del Libano meridionale, nel bacino del Mediterraneo. Sia Beirut sia la controparte israeliana sostengono che tale area rientri nella propria Zona economica esclusiva (Zee), il che, negli ultimi anni, ha dato il via a diversi cicli negoziati mediati dagli Usa, volti a definire la demarcazione dei confini marittimi. L’ultimo round di colloqui aveva avuto inizio nel 2020, ma si è interrotto dopo che Beirut ha chiesto di modificare la mappa utilizzata dalle Nazioni Unite. La parte libanese, inoltre, aveva chiesto di includere nella propria zona altri 1.430 chilometri quadrati dell’area marittima contesa, in aggiunta agli 860 reclamati in precedenza. La nuova richiesta comprenderebbe anche il giacimento di gas di Karish, dove, a giugno 2022, Israele ha inviato una piattaforma galleggiante di estrazione gestita dalla società energetica greca Energean, quotata a Londra.

(Agenzia Nova)

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