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Libano: autorità ordinano congelamento beni deputati accusati dell’esplosione porto di Beirut

Le autorità libanesi hanno emesso un ordine di sequestro preventivo che prevede il congelamento di beni, dal valore di circa 32 milioni di dollari, di due deputati ed ex ministri del Libano, Ali Hassan Khalil e Ghazi Zeaiter, accusati di coinvolgimento nella doppia esplosione del 4 agosto 2020 nel porto di Beirut. Secondo quanto riportano i media locali, lo ha ordinato, ieri, il giudice di esecuzione di Beirut, Najah Itani. La decisione si inserisce nel quadro di una causa civile per abuso di procedimenti giudiziari promossa, nel giugno 2022, dalla procura dell’Ordine degli avvocati di Beirut contro Ali Hassan Khalil e Ghazi Zeaiter. Questi ultimi, esponenti di Amal, partito politico guidato dal presidente del parlamento Nabih Berri, sono tra gli individui perseguiti da Tarek Bitar, il giudice incaricato delle indagini del tragico incidente di agosto 2020, più volte invitato a dimettersi. Tuttavia, tali “inviti”, presentati soprattutto da Khalil e Zeaiter hanno ostacolato il lavoro di Bitar per quasi nove mesi.

A seguito della tragedia del 4 agosto 2020 al porto di Beirut, l’Ordine degli avvocati aveva avviato un procedimento giudiziario contro lo Stato a nome di quasi 1.400 famiglie delle vittime dell’esplosione che ha distrutto il porto e diversi distretti della capitale, provocando più di 200 morti e 6.500 feriti. Nel secondo anniversario della tragedia, i parenti delle vittime hanno chiesto un’indagine internazionale sulle cause dell’esplosione, descritta come uno dei maggiori eventi non nucleari mai registrati al mondo. Le cause sono ancora sconosciute, così come l’identità dei responsabili.

(Nova)

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