(Roma, 23 giugno 2022). Il Consiglio europeo ha dato il via libera allo status di candidato per i due Paesi dell’Europa orientale. Arriva il semaforo verde anche per la « prospettiva europea » della Georgia
Il via libera era nell’aria da tempo, ma ora è arrivato il passaggio formale: il Consiglio europeo ha approvato la concessione dello status di candidato all’ingresso nell’Unione europea per Moldavia e Ucraina. L’atto, arrivato in base alla proposta della Commissione Ue, sancisce un passaggio formale ma soprattutto politico molto importante, che che conferma l’intenzione di Bruxelles di ampliare il proprio raggio d’azione a ridosso deli confini russi.
I leader Ue sono unanimi nel ritenere quello di oggi un momento fondamentale nella politica continentale. La presidente della Commissione, Ursula Von der Leyen, ha espresso la sua soddisfazione parlando di « una decisione storica dai leader Ue » e « non ci può essere migliore segnale di speranza per il popolo ucraino ». Il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, ha definito l’ok allo status di candidato per Kiev e Chisinau come « un messaggio forte, di determinazione politica » a cui si aggiunge anche il placet da parte del Consiglio alla « prospettiva europea » della Georgia. Michel ha voluto sottolineare anche l’accordo « su come portare il sostegno all’Ucraina, a livello finanziario e militare ». A questo proposito, nelle conclusione del Consiglio europeo si legge anche che Bruxelles si impegna a fornire sostegno militare in favore dell’Ucraina per « esercitare il suo diritto intrinseco di autodifesa contro l’aggressione russa e a difendere la sua integrità territoriale e la sua sovranità ». Un impegno preciso che ribadisce la volontà europea di non contraddire le indicazioni date fino a questo momento con la piena condanna nei confronti di Mosca e il supporto non solo politico ma anche bellico per Kiev.
Il messaggio politico dell’Europa è dunque rivolto principalmente alla Russia e agli Stati Uniti. Rispetto al vicino orientale, Bruxelles traccia un solco netto, ribadendo non solo l’aiuto a Kiev sotto il profilo diplomatico e militare, ma anche riaffermando la volontà di divincolarsi dalla dipendenza strategica con Mosca. La scelta di dare l’ok alla candidatura dell’Ucraina è in segnale preciso dal unto di vista del conflitto in corso. Ma anche l’ok alla Moldavia e la prospettiva europea alla Georgia non sono da sottovalutare come indicazioni sulla prospettiva orientale dell’Ue.
Il messaggio, come detto, è però rivolto anche agli Stati Uniti. Washington ha più volte chiesto all’Europa di fare un passo in avanti verso l’Ucraina e allineandosi alle necessità atlantiche. I tentennamenti Ue, in particolare di alcuni leader visti come troppo aperti alle esigenze di Vladimir Putin, non sono piaciuti alla Casa Bianca e ai comandi Nato. Ora, con questo primo colpo di coda di Bruxelles, sembra essersi quantomeno colmato un primo divario formale tra le due sponde dell’Atlantico. Anche se permangono le diversità di vedute sul futuro del conflitto e dell’Europa.
Di Lorenzo Vita. (Il Giornale)