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Le Pen è davvero un rischio per UE e NATO ?

(Roma, 11 aprile 2022). Marine Le Pen vuole portare la Francia fuori dalla Nato e “rimettere l’Unione europea al suo posto”, ovvero fermare il processo di integrazione tra Paesi Ue. Questi sono i principali motivi di agitazione per Bruxelles, sede dell’Alleanza atlantica e delle istituzioni europee, all’indomani del primo turno delle presidenziali francesi. Come previsto, il presidente in carica Emmanuel Macron e la sua rivale storica sono arrivati rispettivamente primo e seconda. Ma a preoccupare è soprattutto la progressiva riduzione dello scarto tra i due candidati nei sondaggi sul ballottaggio che si terrà il prossimo 24 aprile.

Le Pen non ha mai fatto mistero del suo astio nei confronti dell’Unione europea. Tuttavia, negli ultimi tempi la leader del Rassemblement National ha fatto retromarcia sui progetti di abbandono dell’euro e di pagamento con nuove emissioni di franchi del debito pubblico di Parigi, nel 2021 superiore al 115% del Pil nazionale. Le Pen ha comunque promesso di tagliare i contributi al bilancio dell’Unione europea, già inferiori all’1,4% del reddito nazionale lordo di ciascun Paese membro. Una mossa del genere sarebbe naturalmente fonte di tensioni tra Parigi e Bruxelles, con possibili ripercussioni di carattere giuridico.

Il problema, fanno notare diversi osservatori della politica europea, è che Le Pen non riconosce il principio di supremazia del diritto Ue su quello nazionale, ovvero l’architrave dell’Unione, oggi messo in dubbio dai Paesi più euroscettici: Ungheria e Polonia. Le difficoltà incontrate dalla Commissione europea nel fronteggiare i governi di Varsavia e Budapest non sono comparabili all’eventuale vittoria di Le Pen su Macron, che porterebbe la seconda economia europea sulle posizioni del gruppo di Visegrad.

Se il programma di Le Pen sull’Ue mette in subbuglio l’Europa per ragioni interne, quello sulla Nato fa tremare le vene e i polsi agli atlantisti, a maggior ragione visto il contesto geopolitico che fa da sfondo alle elezioni francesi. La leader ultranazionalista vuole portare la Francia fuori dalla Nato in modo che Parigi “non venga più coinvolta in conflitti che non sono i nostri”, ha dichiarato Le Pen. Una scelta che, seppure radicale, provocava meno agitazione fintanto che la Nato era, per bocca di Macron, “in stato di morte cerebrale”. Una definizione adoperata nel 2019 sulla quale lo stesso presidente francese ha fatto ammenda, dando invece il suo sostegno alla ‘rinascita’ dell’alleanza militare di fronte alla minaccia russa.

Proprio i rapporti tra il Cremlino e Le Pen, avvalorati dal prestito ricevuto dal suo partito nel 2014 da una banca russa e dalla visita della stessa leader del Rassemblement National a Mosca nel 2017, hanno generato forti polemiche sulla figura della candidata all’Eliseo. Un passato filorusso che Le Pen ha cercato di scrollarsi di dosso condannando l’invasione dell’Ucraina e chiedendo agli alleati degli Usa e del Regno Unito di “abbandonare i pregiudizi” nei suoi confronti. Per il momento, gli unici legittimati a giudicarla saranno gli elettori francesi.

Di Tommaso Lecca. (Europa Today)

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