(Roma, 07 aprile 2022). Strasburgo pressa i governi, che non hanno ancora trovato un’intesa sullo stop alle forniture energetiche da Mosca
Il Parlamento europeo ha chiesto l’embargo immediato « delle importazioni dalla Russia di petrolio, carbone, combustibile nucleare e gas ». Con una risoluzione adottata a stragrande maggioranza (513 voti favorevoli, 22 contrari e 19 astensioni), Strasburgo fa appello agli Stati membri perché superino le divergenze (e i timori per i contraccolpi economici) che hanno finora bloccato le sanzioni al settore energetico russo, considerato il vero punto debole da colpire per fermare la guerra in Ucraina.
Il Parlamento, si legge in una nota, « esprime la più grande rabbia e indignazione per le atrocità delle forze armate russe e chiede che i responsabili dei crimini di guerra siano chiamati a risponderne ». E pertanto invita Commissione e Paesi Ue a un embargo totale e immediato delle forniture energetiche dalla Russa: « Le misure dovrebbero essere accompagnate da un’azione volta a continuare ad assicurare la sicurezza dell’approvvigionamento energetico dell’Ue nel breve termine e da dettagliate tappe da seguire per eventualmente revocare le sanzioni nel caso in cui la Russia adotti provvedimenti intesi a ripristinare l’indipendenza, la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale e ritiri completamente le proprie truppe dal territorio ucraino”, scrive l’Eurocamera.
Stop a gas e petrolio
Nella risoluzione, Strasburgo chiede anche di escludere la Russia dal G20 e da altre organizzazioni multilaterali, « come l’UNHRC, l’Interpol, l’Organizzazione Mondiale del Commercio e l’Unesco » per dare « un segnale importante del fatto che la comunità internazionale non tornerà a lavorare come di consueto con lo Stato aggressore”. Per rendere le sanzioni più efficaci, il Parlamento chiede che le banche russe siano escluse dal sistema Swift (sanzione già in vigore per alcune di esse), di vietare l’ingresso nelle acque territoriali dell’Ue e l’attracco nei porti dell’Ue di qualsiasi nave battente bandiera russa, registrata, posseduta, noleggiata, gestita dalla Russia e il trasporto di merci su strada da e per Russia e Bielorussia. Queste ultime misure sono in parte contenute nell’ultimo pacchetto di sanzioni proposto dalla Commissione Ue ai governi.
I deputati chiedono anche di “sequestrare tutti i beni appartenenti ai funzionari russi o agli oligarchi associati al regime di Putin, ai loro rappresentanti e prestanome, nonché alle figure legate al regime di Lukashenko in Bielorussia”. Riguardo al coinvolgimento della Bielorussia nella guerra in Ucraina, nel testo si chiede che le sanzioni nei confronti della Bielorussia rispecchino quelle imposte alla Russia al fine di colmare eventuali lacune che consentano a Putin di utilizzare gli aiuti di Lukashenko per eludere le stesse.
Intensificare la consegna di armi
In riferimento alle atrocità sconcertanti, « che innegabilmente si configurano come crimini di guerra », commesse dalle truppe russe in Ucraina e in particolare a Bucha e che hanno quasi completamente distrutto Mariupol, Volnovakha e altre città e villaggi, i deputati sottolineano che gli autori dei crimini di guerra devono essere ritenuti responsabili e chiedono l’istituzione di un tribunale speciale delle Nazioni Unite per i crimini in Ucraina.
Il Parlamento sostiene che le consegne di armi devono essere intensificate per permettere all’Ucraina di difendersi efficacemente, e ribadisce il proprio sostegno a tutti gli aiuti di tipo difensivo alle forze armate ucraine offerti individualmente dai Paesi Ue e collettivamente attraverso lo strumento europeo per la pace.
Considerando come quasi 6,5 milioni di cittadini ucraini sono stati sfollati all’interno del paese e oltre 4 milioni sono fuggiti nei paesi vicini, i deputati chiedono corridoi umanitari sicuri per evacuare i civili in fuga dai bombardamenti e il potenziamenti delle reti di aiuti umanitari dell’UE in Ucraina. Infine, i deputati condannano fermamente la retorica russa che evoca un possibile ricorso all’uso di armi di distruzione di massa e sottolinea che tale spiegamento sarebbe inaccettabile e darebbe luogo a gravissime conseguenze.
Riserve di gas
In un’altra risoluzione, approvata nelle stesse ore a Strasburgo, il Parlamento ha dato il suo appoggio alla proposta di Bruxelles di accelerare la ricarica delle riserve strategiche di gas dell’Unione e di sostenere famiglie e imprese per la prossima stagione invernale. I deputati propongono di stabilire un livello minimo obbligatorio di gas in stoccaggio dell’80% entro il 1° novembre 2022, e del 90% per gli anni successivi, al fine di garantire la sicurezza dell’approvvigionamento e proteggere i cittadini da possibili shock di fornitura.
Tutti i gestori dei sistemi di stoccaggio dovranno sottostare ad una nuova certificazione obbligatoria per escludere rischi derivanti da interferenze esterne. Gli operatori che non riusciranno a ottenere questa certificazione dovranno rinunciare alla proprietà o al controllo degli impianti di stoccaggio di gas dell’Unione. In aggiunta, gli operatori non potranno chiudere un impianto di stoccaggio di gas senza l’autorizzazione dell’autorità nazionale. Per rendere più celere la ricarica delle riserve di gas, la nuova legislazione favorirà le aziende energetiche con uno sconto sulle tariffe di trasmissione da o verso gli impianti di stoccaggio.
Di Dario Prestigiacomo. (Europa Today)