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I voli spia che svelano le mosse di Putin

(Roma, 30 marzo 2022). Gli aerei spia di Londra mandati in missione in prossimità dello spazio aereo ucraino tengono i transponder attivi per essere “geolocalizzati” e mandano un messaggio in chiaro al Cremlino: voliamo abbastanza vicini da poter rubare i vostri “segreti”. Così, a bordo dei Rivet Joint della Royal Air Force, fino a venti operatori – in parte membri dei servizi segreti britannici – ascoltano, registrano, e decrittano se necessario, ogni comunicazione che viaggia all’interno dello spettro elettromagnetico che copre gran parte del fronte ucraino. E scoprono le mosse degli strateghi di Mosca.

Noti anche come Airseekers (cercatori dell’aria, ndr), gli RC-135W “Rivet Joint” in forza all’aeronautica britannica sono già stati visti all’opera nelle scorse settimane mentre erano in missione di pattugliamento nello spazio aereo della Polonia (membro della Nato), al confine con l’Ucraina e la Bielorussia: alleata fedele di Vladimir Putin, e terra-ponte per una delle più importanti direttrici d’invasione. Le divisioni russe partite dalla Bielorussia erano quelle dirette a Kiev. Da una quota di quasi 10mila metri, viaggiando a una velocità quasi 900 km/h gli occhi e le orecchie volanti della RAF si sono spinte dove nessun altro aereo militare occidentale si è spinto dall’inizio del conflitto – e il motivo potrebbe essere semplice da svelare intercettare altre informazioni che potrebbero servire all’intelligence per capire le prossime mosse di Putin.

Del resto lo stesso ministero della Difesa britannico non alcun problema a ricordare come quel tipo di velivolo sia stato appositamente progettato e schierato per “catturare”, con sofisticatissime apparecchiature che comprendono una vasta gamma di sensori e radar, i segnali che attraverso lo spettro elettromagnetico portano le informazioni sensibili e spesso indispensabili per condurre le operazioni belliche. “Gli RC-135W Rivet Joint”, comunica nelle note ufficiali il ministero della Difesa inglese, “è un velivolo di sorveglianza elettronica che può essere impiegato in tutti i teatri in missioni strategiche e tattiche”. “I suoi sensori assorbono le emissioni elettroniche da comunicazioni, radar e altri sistemi” proseguono, ricordando come questo tipo di aereo spia sviluppato dalla piattaforma fornita da Boeing, accoglie a bordo “specialisti multidisciplinari di Weapons System Officer (WSO) e Weapons System Operator (WSOp) la cui missione è esaminare gli elementi dello spettro elettromagnetico al fine di ricavare informazioni per i comandanti”.

A bordo dei Rivet Joint infatti trovano il loro posto fino a 20 specialisti dell’intelligence, per raccogliere ed analizzare le informazioni più “sensibili e classificate” con le apparecchiatura all’avanguardia. Essi possono tracciare i movimenti e le comunicazioni russe, comunicandole in tempo reale alla propria base – come quella di Mildenhall nel Cambridgeshire – e da lì direttamente agli analisti di Whitehall. La sede della Difesa a Londra. Il fatto singolare, potrebbe essere proprio quello di vedere un aereo “top-secret” impegnato in una missione con i transponder per la localizzazione accesi. Ma ormai sembra un’abitudine frequente per le potenze che vogliono avvertire una controparte che sono in “ascolto”. Rendendo gli stessi aerei spia dei potenti messaggi di dissuasione. In questo caso il Regno Unito, come membro della Nato sarebbe il mittente, e Mosca il destinatario.

Il pacchetto di aerei spia della NATO

Il Rivet Joint inglese che fa base Waddington sarebbe solo uno dei “tre aerei spia” della Nato che sono stati individuati in missione in prossimità dello spazio aereo ucraino. Oltre a lui ci sarebbe anche un quadrimotore Northrop Grumman E-8 della Forza aerea statunitense classificato come Surveillance Target Attack Radar System; tracciato mentre volava poche centinaia di chilometri a sud del Rivet Joint. Anche in questo caso di tratta di un “velivolo di sorveglianza a terra, gestione della battaglia e comando e controllo” impiegato per “monitorare i veicoli terrestri e alcuni aerei, oltre a raccogliere immagini e trasmettere immagini tattiche al comandante del teatro di terra e aereo”. E un Boeing E-3A Sentry, sempre operato dalla Nato, che è dislocato in Romania, vicino al confine meridionale con l’Ucraina.

Riferendosi al recente dispiegamento del Sentry in prossimità dell’aerea operazione che riguarda l’Ucraina, il maggiore generale Thomas E. Kunkel, ufficiale di stato maggiore della Nato, ha dichiarato: “Raccogliamo informazioni e intelligence e raccogliamo informazioni nello spettro magnetico elettrico per dare alla nostra leadership alleata una visione chiara e affidabile dell’attuale situazione in un momento in cui le informazioni possono essere fraintese”. Aggiungendo che schierare questo e altro tipo di risorse ai confini della Nato in Europa rappresenta un messaggio “chiaro” sulla capacità di sorveglianza che l’Alleanza Atlantica può garantire. Il quesito, da una settimana a questa parte, è quale possa essere il vero fine di queste “missioni di sorveglianza”, e se qualcuno stia spendendo queste  informazioni contro un avversario non formalmente dichiarato.

Di Davide Bartoccini. (Il Giornale/Inside Over)

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