(Roma, 27 marzo 2022). Guai ad alimentare una escalation con la Russia, perché la situazione potrebbe infiammarsi in un attimo, vanificando tutti gli sforzi diplomatici fin qui realizzati. Con il suo solito pragmatismo, mostrato fin dall’inizio della guerra in Ucraina, Emmanuel Macron ha in un certo senso tirato le orecchie a Joe Biden.
Il presidente francese ha infatti affermato che non utilizzerebbe la definizione di “macellaio” nei confronti di Vladimir Putin; definizione, al contrario, adottata da Biden scatenando mille polemiche. Macron è andato addirittura oltre, spiegando che non bisogna in alcun modo andare incontro ad “una escalation né di parole né di azioni” in merito al conflitto ucraino.
Nelle prossime ore, “domani o dopodomani”, il capo dell’Eliseo ha fatto sapere che parlerà per l’ennesima volta al telefono con Putin per organizzare un’operazione di evacuazione di civili dalla martoriata città di Mariupol.
Una gaffe pericolosa
Inutile far finta di niente o leggere i chiarimenti forniti dalla Casa Bianca: è evidente – lo sostengono ormai più fonti, in primis il Washington Post – che Biden sia andato oltre i confini del suo intervento, aggiungendo un paio di considerazioni personali molto pericolose. Considerazioni che, agli occhi del mondo intero ma soprattutto di Mosca – suonano come vere e proprie provocazioni.
Già, perché dal Castello reale di Varsavia, dove il presidente Usa era atteso per un discorso dopo aver visitato l’82esima divisione aviotrasportata degli Stati Uniti in stanza a Rzeszow, l’inquilino della Casa Bianca si è lanciato in pesanti accuse all’indirizzo di Putin. Biden avrebbe dovuto limitarsi a toccare i punti concordati con il suo staff, citando Giovanni Paolo II e Abraham Lincoln. È invece andato oltre, etichettando il presidente russo come “un dittatore che vuole ricostruire un impero” e “un tiranno” che “non può rimanere al potere”.
Da Mosca sono arrivati due tipi di risposte. Nella prima il Cremlino ha sottolineato che non spetta a Biden decidere quale sia il leader della Federazione Russa; nella seconda, che è la parte che più ci interessa, i russi hanno fatto sapere che “i nuovi insulti di Biden restringono ulteriormente la finestra di opportunità per ricucire i rapporti tra Russia e Stati Uniti”.
Le (possibili) conseguenze diplomatiche
In altre parole, l’infelice uscita di Biden rischia di mandare (o di aver mandato) in fumo ogni possibile spiraglio di dialogo. Anche se la Casa Bianca ha chiarito che il presidente Usa “non stava mettendo in discussione il potere di Putin in Russia, né stava evocando la possibilità di un cambiamento di regime a Mosca”, il Cremlino ha recepito un altro messaggio. Ossia, che gli Stati Uniti non aspettano altro che far cadere Putin e rovesciare il suo governo.
Inevitabile l’entrata a gamba tesa di Macron, quasi a voler prendere le distanze da Biden. Perché alla fine è stato proprio il presidente francese ad aver più volte dialogato con Putin nel tentativo di raggiungere un complicato accordo. E perché, sempre Macron, aveva salutato il suo omologo russo con la promessa che le parti, e cioè Francia e Russia, sarebbero rimaste in contatto per ulteriori colloqui. In una telefonata, addirittura, il capo del Cremlino aveva rassicurato il suo interlocutore sul fatto che l’esercito russo non avrebbe colpito bersagli civili.
Insomma, pur risibile che fosse, esisteva un sottile filo diplomatico che legava Putin all’Europa. Con il suo ultimo intervento, Biden è andato davvero vicino a romperlo. Potrebbe addirittura averlo già rotto nonostante le parole di Macron.
Di Federico Giuliani. (Il Giornale/Inside Over)