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Mali: esplosione vicino a Mopti, uccisi due Caschi blu Onu

(Roma, Parigi, 07 marzo 2022). Lo riferisce su Twitter il portavoce della missione Onu Olivier Salgado, il quale ha riportato anche la ferma condanna dell’attacco da parte del Rappresentante speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite e Capo della Minusma, El-Ghassim Wane

Due Caschi blu della missione delle Nazioni Unite in Mali (Minusma) sono morti oggi e quattro altri sono rimasti feriti nell’esplosione di un ordigno artigianale avvenuta a nord di Mopti, nel Mali centrale. Lo riferisce su Twitter il portavoce della missione Onu Olivier Salgado, il quale ha riportato anche la ferma condanna dell’attacco da parte del Rappresentante speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite e Capo della Minusma, El-Ghassim Wane. Nel ricordare che gli attacchi contro le forze di pace delle Nazioni Unite possono costituire crimini di guerra ai sensi del diritto internazionale, Wane ha invitato le autorità maliane a non risparmiare sforzi per identificare gli autori di questi attacchi in modo che possano essere rapidamente assicurati alla giustizia. In una nota, l’alto funzionario Onu ha quindi sottolineato che questo nuovo attacco, come gli altri che lo hanno preceduto, è un’ulteriore promemoria dell’urgente necessità di sforzi ancora più sostenuti per stabilizzare il Mali centrale. Wane ha porto le sue condoglianze al governo dei caschi blu deceduti, nonché alle loro famiglie e ai loro fratelli d’arme, e augura una pronta guarigione ai feriti.

L’attacco segue di poco quello sferrato venerdi scorso contro la base delle Forze armate maliane di Mondoro, sempre nella regione centrale di Mopti, nel quale sono morte 27 persone, altre 33 sono rimaste ferite e sette risultano disperse. Si tratta, sottolineano i quotidiani locali, del bilancio più grave dall’inizio dell’anno. L’attacco avviene inoltre nel delicato periodo che vede il ritiro dal Mali delle forze francesi ed europee impegnate nell’operazione Barkhane e nella Task force Takuba, a seguito dei dissapori scaturiti fra Parigi e la giunta militare al potere dopo il doppio colpo di Stato dell’agosto del 2020 e dello scorso maggio. Entrambi guidati dal colonnello Goita, i golpe hanno deteriorato le relazioni di Bamako con i blocchi regionali (in primis la Comunità dei Paesi dell’Africa occidentale – Cedeao) e la Francia, che ha di recente annunciato il ritiro dei suoi effettivi dal territorio maliano, ed il loro trasferimento in altre basi, principalmente nel vicino Niger.

In base agli annunci del presidente francese Emmanuel Macron, Parigi ha iniziato a ritirare dal Mali circa 2.400 soldati francesi che facevano parte delle forze dispiegate in Mali per combattere i gruppi legati ad al-Qaeda e all’Isis, e circa 900 forze speciali della task force Takuba. Le operazioni dovrebbero concludersi entro l’estate. In occasione della conferma della decisione francese, risalente a metà febbraio scorso, il governo del Niger ha fatto sapere di accettare il dispiegamento sul suo territorio delle forze francesi ed europee, tuttavia il presidente Mohamed Bazoum ha sottolineato i rischi derivanti dal “vuoto” lasciato da Parigi. “Il nostro obiettivo è che il confine condiviso con il Mali sia sicuro”, ha detto Bazoum su Twitter, aggiungendo di aspettarsi che le minacce dei gruppi armati nell’area aumentino dopo il ritiro delle forze armate francesi ed europee. “Questa zona sarà ancora più infestata e i gruppi terroristici si rafforzeranno. Sappiamo che sono destinati ad estendere la loro influenza”, ha detto Bazoum, aggiungendo che le forze schierate per difendere il territorio saranno in grado di rispondere alle minacce dei gruppi armati nell’area.

Redazione. (Nova News)

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