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Droni, caccia, rifornimenti e aerei spia: il piano per controllare la Russia

(Roma, Parigi, 26 febbraio 2022). La Nato controlla la frontiera con la Russia. Caccia partiti da diverse basi hanno iniziato a sorvolare i confini dell’Alleanza, a “poche” miglia dai cieli dell’Ucraina. Questa mattina, il sito di tracciamento degli aerei Flightradar aveva segnalato la presenza di un F-16 americano che sorvolava la Romania: era partito dalla base di Aviano, particolarmente attiva. Nel frattempo, si segnalano sempre più aerei cisterna che sorvolano lo spazio aereo di Bucarest, in particolare quelli provenienti dalla base britannica di Mildenhall e da quella tedesca di Ramstein. Mentre altri aerei, soprattutto da ricognizione, stanno monitorando il territorio tra Polonia e Ucraina. Sempre oggi, si segnalano anche interessanti voli di elicotteri Blackhwak tra Polonia, Slovacchia e Romania.

Nel frattempo, i droni continuano a tenere d’occhio il fronte del Mar Nero. Dall’inizio dell’escalation, la base di Sigonella in Sicilia è diventata uno degli hub più importanti del sistema con cui gli Stati Uniti monitorano i movimenti delle forze russe. Nel momento in cui scriviamo, un drone, segnalato sempre dai siti di tracciamento con il nome di “FORTE”, continua ad “arare” il mare non lontano dalle coste della Crimea, tracciando una rotta che copre tutta la linea del fronte marittimo di questa guerra tra Russia e Ucraina.

Se l’Ucraina è il focus principale del monitoraggio, a preoccupare – pur in maniera minore – è anche il Baltico, dove c’è l’avamposto russo nel cuore dell’Europa: Kaliningrad. Questo territorio non interessa solo i Paesi dell’Alleanza Atlantica (in particolare i baltici e la Polonia) ma anche la Finlandia e soprattutto Svezia, dirimpettaia che osserva da tempo con molta attenzione le mosse di Mosca. Sempre questa mattina, un Gulfstream in dotazione alle forze svedesi si è alzato in volo percorrendo avanti e indietro lo spazio aereo a largo della costa di Kaliningrad per poi fare rientro alla base dopo diverse ore. Un segnale inequivocabile del fatto Stoccolma sia decisamente interessata all’escalation tra Russia e Occidente. E l’avvertimento del Cremlino sull’ipotesi di Svezia e Finlandia nella Nato è bastato per far risuonare l’allarme.

Il timore per un’azione russa contro unità atlantiche è per ora molto remoto, visto che significherebbe ampliare la guerra a un conflitto su larga scala. Tuttavia è chiaro che da Bruxelles e da Washington si voglia iniziare a osservare con più attenzione quanto avviene al di là di quella nuova “cortina di ferro” che sembra essere ormai definitivamente eretta nel cuore dell’Europa orientale. Anche perché la tensione, al momento, è altissima. E un errore, un tragico errore, non è mai uno scenario completamente trascurabile.

Lo dimostra il fatto che, come scrive Politico, alcuni Paesi dell’Alleanza atlantica, in particolare dalla parte orientale, hanno deciso di inviare rifornimenti all’Ucraina via terra. Secondo le fonti del sito statunitense, l’esposizione agli attacchi dell’aviazione russa è troppo alto. Estonia, Polonia e Lettonia, secondo le prime informazioni, stano inviando munizioni, materiale sanitario e anche lanciamissili. Ma per ora viene del tutto esclusa l’ipotesi di una no fly-zone: il rischio di avere caccia Nato che fronteggiano aerei russi significherebbe l’inizio di una guerra diretta tra i due blocchi.

Di Lorenzo Vita. (Inside Over)

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