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I nuovi Bmpt-72 Terminator arrivano al confine con l’Ucraina

(Roma, 23 febbraio 2022). Nella giornata di lunedì 21 febbraio, un treno con alcuni Bmpt-72 “Terminator” russi, diretto verso ovest, è stato visto transitare nella città di Yelets, oblast di Lipetsk, una provincia russa prossima a quelle di Voronzeh e Kursk, che si trovano al confine con l’Ucraina.

Un osservatore casuale, in un video, ha catturato il passaggio del treno carico di mezzi militari di varia natura tra cui spiccano nove “Terminator”, un veicolo armato di supporto per gli Mbt (Main Battle Tank) sviluppato in Russia nei primi anni 2000 sulla scorta dell’esperienza fatta durante il conflitto in Cecenia.

Il primo Bmp-72, in forma di modello, è stato mostrato al pubblico nel 2001, mentre il vero progetto è stato svelato nel 2002. Il veicolo è basato sullo chassis del carro T-72 e nella sua prima versione era armato con un singolo Atgm (Anti Tank Guided Missile) 2A42, quattro Atgm “Kornet” e una mitragliatrice Pktm da 7,62 millimetri come armamento secondario. Un ulteriore sviluppo ha visto la comparsa di una coppia di cannoni automatici da 30 millimetri, ed il “Kornet” è stato sostituito coi più moderni Atgm “Ataka-T”. Questo missile anticarro, secondo le affermazioni del produttore, può penetrare 800 millimetri di corazza omogenea tipo Era (Explosive Reactive Armour) con la sua testata Heat (High Explosive Anti Tank). Il “Terminator” monta quattro di questi missili posizionati a coppie su entrambi i lati dei cannoni automatici da 30 millimetri e si stima che abbiano una gittata massima di 5800 metri.

Il Bmpt-72 è propulso da un motore multi-carburante che eroga circa 1000 cavalli che spingono le sue 48 tonnellate di peso (stimate) a una velocità massima di 60 chilometri orari, con un’autonomia di 550 chilometri. L’altezza da terra complessiva è di circa 3,5 metri ed è in grado di guadare acque profonde fino a 1,8 metri con particolari attrezzature, e di 1,2 senza. L’equipaggio, nel corso del suo sviluppo, è stato ridotto da cinque a tre persone: capocarro, pilota e artigliere. Per quanto riguarda la protezione il “Terminator”, molto probabilmente, conserva quella di un T-72BM, o addirittura di un T-90. Sappiamo anche che ha accorgimenti per la protezione Nbc (Nucleare, Biologica e Chimica).

Alcuni dei Bmpt-72 visti sul treno hanno ricevuto una mimetica invernale improvvisata, con pannelli bianchi apparentemente applicati per spezzare l’impronta visiva del veicolo quando si opera in ambienti innevati. Come già accennato il “Terminator” è stato sviluppato per soddisfare un requisito molto particolare dell’esercito russo per un veicolo da combattimento di fanteria pesante ottimizzato per la guerra di counterinsurgency urbana, come quella sperimentata da Mosca nelle due campagne cecene a metà degli anni ’90 e all’inizio degli anni 2000. Entrambe hanno visto veicoli corazzati tradizionali subire pesanti perdite in ambiente urbano e hanno fortemente contribuito al cambio dottrinale e alla riorganizzazione dell’esercito russo voluta nel 2008 dall’allora ministro della Difesa Anatoly Serdyukov che prende il nome di “New Look”.

La Russia ha inviato almeno un Bmpt-72 in Siria per le prove di combattimento a partire dal 2017. Risulta, come riporta The Drive, che quel “Terminator” fosse dotato di un’armatura aggiuntiva lungo i lati dello scafo. La Siria, come abbiamo già avuto modo di dire, ha fatto da “campo di prova” per i nuovi armamenti russi, tra i quali sono spiccati, oltre ai Bmpt-72, anche i caccia di quinta generazione Su-57 e alcuni Ugv (Unmanned Ground Vehicle) da combattimento, che però, a quanto sembra, non hanno dato buona prova di sé. In ogni caso da quella esperienza sembra che sia nata una nuova versione del veicolo, il “Terminator 3”, che può essere basato sul telaio dell’avanzato carro T-14 Armata. Il Bmpt-72 risulta essere stato consegnato ancora in pochi esemplari ai reparti corazzati russi, in particolare si pensa che i primi appartengano alla 90esima divisione.

L’apparente arrivo dei “Terminator” tra le forze che continuano a radunarsi attorno ai confini con l’Ucraina sembra indicare che il Cremlino preveda di condurre operazioni in aree urbane qualora dovesse optare per “la messa in sicurezza” degli interi oblast di Donetsk e Luhansk oppure, possibilità da non sottovalutare, che intenda rompere gli indugi e proseguire sino al fiume Dnepr, per effettuare contestualmente un cambio di regime a Kiev e instaurare un nuovo governo che Mosca può controllare.

Del resto l’utilizzo di questo particolare veicolo sarebbe “sprecato” per un’operazione di peace keeping, come quella che il presidente Vladimir Putin ha inaugurato nelle scorse ore nelle due repubbliche separatiste del Donbass: il territorio è già sotto controllo dei miliziani filorussi e non è necessario predisporre operazioni di tipo counterinsurgency. Invece proprio questo nuovo arrivo insieme alla enorme massa di mezzi e uomini russi che continua a stazionare ai confini con l’Ucraina, lascia pensare che nei piani del Cremlino ci sia qualcosa di più di una semplice operazione di “pacificazione” del Donbass secessionista.

Di Paolo Mauri. (Il Giornale/Inside Over)

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