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Libia: fonti sicurezza, arrestato un leader tunisino dello Stato islamico a Tripoli

(Roma, Parigi, 03 febbraio 2022). Nelle ultime settimane combattenti legati al gruppo terroristico hanno condotto diversi attacchi a Qatrun

Le forze di sicurezza della capitale libica, Tripoli, sono riuscite ieri ad arrestare un terrorista tunisino, noto come Bilal bin Abdel Wahab bin Trad, nell’ambito di un’ampia operazione di sicurezza nelle regioni di Nafusa e Sabrata. Lo riferisce l’emittente televisiva libica “218 tv”, citando sue fonti vicine al dossier. Circa due settimane fa, l’ufficio del procuratore generale aveva ufficiosamente confermato che i servizi di sicurezza avevano iniziato a condurre operazioni di ricerca dopo aver ricevuto informazioni sulla presenza in Tripolitania di un esponete di spicco dello Stato islamico, Ashraf bin Fathi Al Qizani, cittadino tunisino ricercato a livello internazionale per terrorismo. Un documento ufficiale del ministero dell’Interno, ottenuto da “218 tv”, riferisce della presenza di due terroristi ricercati dalle autorità tunisine, Hamza bin Salem Al Aib e Al Hadi bin Daou Al Ghweil, nel villaggio libico di Takout, vicino Nalout.

Nella regione nordafricana, dove lo Stato islamico non ha mai avuto una vera e propria dimensione territoriale a parte l’eccezione della città libica di Sirte, gli affiliati locali del gruppo hanno recentemente ripreso gli attacchi, in particolare nel sud della Libia, sfruttando la situazione di instabilità interna, ma anche le crisi in corso nel Sahel, in particolare Malì e Burkina Faso. Nelle ultime settimane combattenti legati al gruppo terroristico hanno condotto diversi attacchi nella località di Qatrun, nel sud ovest del Paese, colpendo le milizie incaricate della sicurezza nell’area. I combattenti appartenenti all’Is hanno colpito sia con l’ausilio di ordigni artigianali piazzati sul ciglio della strada che con attacchi con armi da fuoco, uccidendo in due episodi distinti cinque miliziani, due la scorsa settimana appartenenti alla brigata dei Martiri di Umm al Aranib, legata al ministero dell’Interno Tripoli, e tre esponenti dell’autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna), del generale Khalifa Haftar.

Redazione. (Nova News)

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