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Difesa: media USA, Washington ha bloccato costruzione base militare Cina negli Emirati

(Roma, 19 novembre 2021). Gli Stati Uniti avrebbero bloccato la costruzione di una base militare cinese in un importante porto degli Emirati Arabi Uniti. Lo riferisce il “Wall Street Journal”, citando fonti vicine al dossier. Secondo il quotidiano statunitense, l’intelligence di Washington avrebbe appreso questa primavera che la Cina stava segretamente costruendo quella che sospettavano fosse una struttura militare in un porto degli Emirati Arabi Uniti, uno dei più stretti alleati degli Stati Uniti in Medio Oriente. Allarmata, l’amministrazione del presidente Joe Biden avrebbe allora avvertito il governo degli Emirati che una presenza militare cinese nel Paese avrebbe messo a repentaglio i legami tra i due Stati. Dopo una serie di incontri e visite di funzionari statunitensi, la costruzione è stata recentemente interrotta. I risultati dell’intelligence e gli avvertimenti statunitensi riguardavano un sito nel porto di Khalifa, vicino alla capitale degli Emirati Abu Dhabi. Secondo fonti citate dal quotidiano Usa, il governo degli Emirati, che ospita le forze militari statunitensi e sta cercando di acquistare i caccia di quinta generazione F-35 e droni d’attacco di produzione Usa, non era a conoscenza della natura militare delle attività della Cina.

Le agenzie di intelligence statunitensi questa primavera avevano rilevato un enorme scavo nei pressi della zona portuale di Abu Dhabi per ospitare un edificio a più piani. In seguito il cantiere è stato coperto per evitare controlli. « Gli Emirati Arabi Uniti non hanno mai avuto l’intenzione di ospitare una base militare cinese o un avamposto di alcun tipo », ha fatto sapere l’ambasciata degli Emirati Arabi Uniti a Washington al “Wall Street Journal”. Gli sforzi di Pechino per stabilire ciò che i funzionari statunitensi credono sia un punto d’appoggio militare negli Emirati Arabi Uniti – e la spinta dell’amministrazione Biden per persuadere Abu Dhabi a fermare la costruzione della base – riflettono le sfide che l’amministrazione deve affrontare nel tentativo di competere con Pechino a livello globale.

Il Medio Oriente sembra essere sempre più un terreno primario per la competizione tra Stati Uniti e Cina. Gli Stati Uniti hanno svolto per decenni un ruolo centrale nella regione, sostenendo la creazione dello stato di Israele, disponendo le truppe nella regione e di recente gli Accordi di Abramo che nel settembre 2020 hanno dato il via alla normalizzazione delle relazioni tra Israele e alcuni Stati del Golfo, compresi gli Emirati Arabi Uniti. L’attività cinese nel porto negli Emirati Arabi Uniti è iniziata, al pari di altri tentativi da parte dei cinesi, con Pechino che ha sfruttato i rapporti commerciali per stabilire un avamposto per le sue attività militari. La Cina ha aperto il suo primo avamposto militare all’estero in Africa orientale nel 2017 a Gibuti per facilitare le operazioni nell’Oceano Indiano e in Africa. In Cambogia nel 2019 la Cina ha firmato un accordo segreto per consentire alle sue forze armate di utilizzare una base navale. Altrove, la Cina ha costruito strutture portuali commerciali in Pakistan e Sri Lanka che potrebbero essere utilizzate dalla sua marina in rapida espansione.

I rapporti tra Cina ed Emirati si sono rafforzati negli ultimi anni, con Pechino che è ora uno dei suoi maggiori partner commerciali nonché il più grande consumatore di petrolio del Golfo. Gli Emirati Arabi Uniti, nel frattempo, hanno stretto accordi con la cinese Huawei per le comunicazioni 5G. Il presidente Biden ha espresso preoccupazione per la crescente presenza della Cina nel Paese direttamente al principe ereditario di Abu Dhabi, Mohammed bin Zayed al Nahyan, sia lo scorso maggio che ad agosto. Alla fine di settembre, durante una visita ad Abu Dhabi, il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, e il consigliere presidenziale per il Medio Oriente, Brett McGurk, avrebbero mostrato ale autorità emiratine una presentazione dettagliata dell’intelligence statunitense sul sito cinese. McGurk è tornato questa settimana per incontrare il principe ereditario e, sempre secondo quanto riferiscono fonti del quotidiano Usa, avrebbe effettuato un’ispezione del sito per verificare l’interruzione dei lavori.

(Agenzia Nova)

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