(Roma, Parigi, 15 novembre 2021). La Turchia ha reso la propria industria della difesa indipendente, nonostante le “gang globali”. È quanto ha annunciato il presidente Recep Tayyip Erdogan, durante un incontro della Confederation of Public Servants Trade Unions (Memur-Sen) a Istanbul, riferendo che Ankara possiede droni, droni armati e altri velivoli a pilotaggio remoto da combattimento, di propria produzione. “Abbiamo elevato la nostra industria della difesa nella lega dei giganti, nonostante gli sforzi delle le gang globali nel cercare di renderci dipendenti”, ha spiegato il leader turco.
Recentemente, l’industria della difesa turca ha annunciato di essere pronta ad avviare la produzione di massa di veicoli terrestri senza pilota (UGVs) leggeri, di classe media e di classe pesante, nel breve futuro, mentre il magnate dei droni turco Baykar ha reso noto che, nei prossimi due anni, testerà nuovi modelli di velivoli a pilotaggio remoto che miglioreranno le capacità della Turchia nel passaggio dalle operazioni terrestri alle operazioni navali. Come specificato da Haluk Bayraktar, uno dei due fratelli ingegneri a capo della compagnia Baykar, i nuovi droni TB3 saranno in grado di decollare dalle navi.
Secondo quanto riportato dal quotidiano ungherese Magyar Nemzet, i droni armati turchi KARAYEL-SU, prodotti dalla compagnia turca Vestel Defense Industry, sono stati testati dall’aviazione di Budapest presso la base aerea di Papa. Gaspar Maroth, ufficiale della difesa ungherese, ha spiegato che, dal 2018, l’Ungheria ha attuato una strategia riguardante i droni, rivolgendosi a diverse industrie turche per l’approvvigionamento. I droni KARAYEL-SU hanno un’autonomia di 20 ore, oltre all’autonomia di decollo, atterraggio e volo.
Ad avviso di Erdogan, tutti i droni prodotti dalla Turchia sono molto richiesti a livello globale, grazie alle loro tecnologie di combattimento innovative. I velivoli a pilotaggio remoto Bayraktar TB2, prodotti dalla Baykar, hanno svolto un ruolo chiave in diversi conflitti, come in Siria, Iraq, Libia e Azerbaijan. Ad oggi, la compagnia turca ha contratti con 13 Paesi, tra cui un patto di produzione congiunta con l’Ucraina, e i suoi prodotti sono considerati talmente innovativi da aver rimodellato la moderna visione dei conflitti. Ciò ha reso la Turchia uno dei quattro principali produttori di droni al mondo, insieme a Stati Uniti, Israele e Cina.
Di Sofia Cecinini. (Sicurezza Internazionale)