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Siria: l’ISIS colpisce elettricità e combattenti russi

(Roma, 20 settembre 2021). Lo Stato Islamico ha continuato a perpetrare attacchi in Siria, soprattutto nella regione desertica di Badia, dove l’ultimo attentato ha provocato la morte di 5 combattenti, membri di Liwaa al-Quds, un gruppo militare affiliato alla Russia. Parallelamente, il 18 settembre, un attentato dell’ISIS ha colpito un gasdotto della centrale elettrica di Deir Ali, a Sud-Est di Damasco, causando un blackout nella capitale e nelle zone limitrofe.

Tra il 18 e il 19 settembre, sono state 7 le vittime provocate dall’ISIS, che ha preso di mira postazioni dell’esercito siriano e del suo alleato russo nella periferia Est di Homs, vicino al confine amministrativo con Deir Ezzor. In particolare, 2 combattenti di Liwaa al-Quds, sono rimasti uccisi da un attacco che ha colpito il veicolo su cui stavano viaggiando, trasportando materiale logistico verso Badia al-Shula. Altri 5, invece, hanno perso la vita mentre si trovavano nella propria postazione nella zona desertica di Palmira. Gli ultimi attentati sono stati condotti mentre le forze russe, coadiuvate da membri delle forze speciali di Damasco e milizie ad esse fedeli, continuano a condurre operazioni volte a perseguire le cellule dello Stato Islamico tuttora attive in Siria. Anche a seguito degli attentati del 18 e 19 settembre, gli aerei russi hanno perpetrato raid, mentre i soldati damasceni hanno condotto operazioni sul campo alla ricerca degli aggressori.

Il quadro degli attacchi degli ultimi giorni comprende, poi, quello perpetrato contro un gasdotto che, come specificato dall’ISIS stesso, collega le centrali termoelettriche di Tishreen e Deir Ali. Dopo un blackout durato alcune ore, al di fuori degli orari dove è già previsto un razionamento dell’elettricità, il Ministero dell’Elettricità siriano ha fatto sapere, il 18 settembre stesso, che le centrali avevano ripreso a funzionare a seguito delle opportune operazioni di riparazione. L’interruzione di elettricità, è stato specificato, è stato provocato da un abbassamento della pressione di gas che alimenta le stazioni. Oltre alle centrali, vi sarebbe stato un tentato attacco anche presso le torri elettriche nella zona di Harran al-Awamid, sempre nella periferia di Damasco. Ad ogni modo, si è trattato di un attentato che ha messo a repentaglio reti e infrastrutture già gravemente danneggiate dal decennale conflitto civile siriano. A tal proposito, il Ministero dell’Elettricità siriano ha riferito che la centrale di Deir Ali contribuisce a circa il 50% del fabbisogno di elettricità del Paese.

Secondo alcuni analisti, l’intensificarsi degli attacchi ad opera dell’ISIS riflette la difficoltà delle forze di Assad e dei suoi alleati di eliminare definitivamente quelle cellule che operano prevalentemente nel vasto deserto siriano che si estende dall’Est dei governatorati di Hama e Homs all’estremo orientale del Governatorato di Deir Ezzor, nella cosiddetta regione di Badia. Anche nel corso del 2020, attacchi, bombardamenti e imboscate hanno riguardato soprattutto l’area dell’Eufrate occidentale, della valle di Deir Ezzor, oltre a Raqqa, Homs e As-Suwayda, e tra i principali obiettivi vi sono state le Syrian Democratic Forces, le stesse che hanno annunciato la fine del califfato jihadista autoproclamatosi il 29 giugno 2014. Queste, sin dalla loro formazione, il 10 ottobre 2015, hanno svolto un ruolo fondamentale nella lotta contro lo Stato Islamico in Siria, grazie anche al sostegno degli Stati Uniti, che forniscono armi e copertura aerea.

Il Country Report on Terrorism 2019 include la Siria tra gli Stati sponsor del terrorismo, una designazione acquisita nel 1979, ed evidenzia come il regime, anche nel corso del 2019, abbia continuato a fornire armi e sostegno politico ad Hezbollah, consentendone il riarmo anche da parte dell’Iran. Il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC) rimane presente e attivo in Siria, con l’autorizzazione del presidente Bashar al-Assad. A tal proposito, il report afferma che le relazioni del regime di Assad con Hezbollah e Teheran sono divenute ancora più forti nel 2019, e Damasco, allo stesso tempo, dipende sempre di più da attori esterni per salvaguardare i propri territori dai nemici esterni. Tuttavia, allo stesso tempo, il regime si è autodefinito una vittima del terrorismo, considerando i gruppi ribelli i principali responsabili di tale fenomeno.

Piera Laurenza. (Sicurezza Internazionale)

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