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Afghanistan: Media, Mullah Baradar ricoverato a Kandahar

(Roma, 15 settembre 2021). Causa della misteriosa sparizione potrebbe essere stata una violenta discussione tra lo stesso Baradar, uno dei leader politici del movimento e vicepremier nominato, e i rappresentanti del potentissimo clan Haqqani

Il mullah Abdul Ghani Baradar, vicepremier del governo talebano, sarebbe ricoverato a Kandahar dopo essere rimasto ferito in uno scontro con membri della rete Haqqani la scorsa settimana. Lo scrive il Pashtun Times su Twitter citando « un membro della famiglia del leader talebano ». Baradar « è sotto la protezione del Pakistan e i familiari non sono ancora autorizzati a vederlo », aggiunge il tweet. Nei giorni scorsi il mullah avrebbe avuto una violenta lite con gli Haqqani nel palazzo presidenziale di Kabul dopo la quale, hanno riferito fonti talebane alla Bbc, avrebbe lasciato Kabul per tornare a Kandahar dove non è più apparso in pubblico.

Causa della misteriosa sparizione potrebbe essere stata la violenta discussione avvenuta nel palazzo presidenziale di Kabul tra due fazioni rivali: un alterco, poi degenerato tra lo stesso Baradar, uno dei leader politici del movimento e vicepremier nominato, e i rappresentanti del potentissimo clan Haqqani su quale clan ha avuto un ruolo determinante nella cacciata degli americani e quella sulla suddivisione dei ministeri. Baradar sarebbe insoddisfatto della nomina a vicepremier, mentre il clan Haqqani si è aggiudicato il ministero degli Interni (Sirajuddin Haqqani) e il ministero per i rifugiati (Khalil ur-Rahman Haqqani).

Proprio tra quest’ultimo e Baradar vi sarebbe stato, in base quanto riporta PashtunTimes, un violento scambio di accuse e insulti, poi degenerato in un vero e proprio regolamento di conti in cui Baradar avrebbe avuto la peggio. Il clan Haqqani, distintosi già nella resistenza anti sovietica, negli ultimi 20 anni ha avuto la propria roccaforte nella inaccessibile regione del nord Waziristan, oltre il confine con il Pakistan, da cui ha sferrato alcuni tra gli attacchi più violenti nei confronti delle forze della coalizione internazionale, soprattutto nell’area di Kabul.

In seguito alla presa della capitale afghana di un mese fa, tra Baradar e gli Haqqani si è evidenziata una divergenza di vedute poi divenuta insanabile: il primo è convinto che la scalata al potere sia il risultato dell’azione diplomatica da lui stesso condotta a Doha nel 2020 con l’ex presidente Donald Trump, mentre il clan del Waziristan è sicuro che sia la forza delle armi ad aver portato i talebani al potere.

In un primo momento, consapevoli di non essere più semplici milizie, ma una forza al governo che ha gli occhi del mondo puntati addosso, i talebani si sono affrettati a smentire la morte o il ferimento di Baradar, pubblicando un audio la cui autenticità non è stata verificata e che non ha convinto nessuno. In un secondo momento, fonti interne al movimento citate dalla BBC Pashto hanno dichiarato che Baradar si è recato a Kandahar e che avrebbe avuto bisogno di riposo. Sono versioni diverse di una storia misteriosa che non convincono e su cui aleggia il precedente del Mullah Omar, uno dei fondatori del movimento, la cui morte fu tenuta nascosta per due anni durante i quali falsi messaggi e minacce all’occidente da parte di quest’ultimo continuarono a essere diffusi.

Misteriosa è anche al momento la sorte di Hibatullah Akhundzada, comandante e leader spirituale dei talebani, del quale si sono perse le tracce dopo la presa di Kabul e sulla cui scomparsa non sono mancate speculazioni. Akhundzada non è mai apparso in pubblico da quando, il 15 agosto, i Talebani hanno preso il controllo dell’Afghanistan.

(Rai News)

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