Libia: Aguila Saleh contro Saif al Islam Gheddafi. «Non può candidarsi alla presidenza»

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(Roma, 02 agosto 2021). Il figlio dell’ex rais libico Muammar Gheddafi, Saif al Islam, non può candidarsi alla presidenza del Paese, in quanto imputato presso la Corte penale internazionale. Lo ha detto il presidente della Camera dei rappresentanti libica, Aguila Saleh, senza citare espressamente Gheddafi. “L’imputato presso la Corte penale internazionale non può candidarsi alla presidenza”, ha detto il presidente del parlamento di Tobruk. Le parole di Saleh giungono in risposta a una lunga intervista al figlio dell’ex rais libico, rilasciata lo scorso maggio ma pubblicata il 30 luglio dal quotidiano statunitense “The New York Times”.

“La Libia non resterà ostaggio di un passato miserabile”, ha detto un parlamentare, Abu Bakr Saeed, commentando le dichiarazioni di Gheddafi. “Saif al Islam non è compreso nella legge di amnistia generale e non ha il diritto di candidarsi alle elezioni”, ha detto un altro parlamentare, Misbah Ouhaida, invitando “il procuratore generale a convocarlo per completare le inchieste sulle cause di cui è accusato nei confronti dei libici”. Il ritorno di Saif al Islam “sarà un nuovo capitolo di sofferenze per i libici”, ha detto il commentatore politico Ali Abu Zeid, secondo cui il figlio dell’ex rais sta “cercando di sfruttare la sofferenza delle persone e la mancanza di consapevolezza di molti”. Positiva invece la reazione di un’altra parlamentare, Rabia Abu Ras, secondo cui “l’uscita di Saif al Islam in questo momento è un fatto positivo”.

“Sono stato lontano dal popolo libico per dieci anni. Devo tornare lentamente, lentamente come uno spogliarello“, ha dichiarato Gheddafi. Saif al Islam che è ancora ricercato dalla Corte penale internazionale per crimini contro l’umanità, ha riferito al giornalista di essere un uomo libero, di stare preparando il suo ritorno in politica e sottolineato che i ribelli che lo avevano arrestato dieci anni fa sarebbero rimasti delusi dalla rivoluzione.

“Gli uomini che erano le mie guardie ora sono miei amici”, ha dichiarato Saif al Islam Gheddafi. Nell’articolo di Worth si legge che il figlio di Gheddafi ha sfruttato la sua assenza dalla vita pubblica di questi anni, osservando le correnti della politica mediorientale e riorganizzando silenziosamente la forza politica del padre, il cosiddetto “Movimento verde”, ma al momento non sarebbe ancora interessato a candidarsi alla presidenza. Tuttavia si sarebbe detto convinto che il suo movimento politico possa ripristinare l’unità perduta del Paese. “Hanno violentato il Paese, è in ginocchio”, ha affermato Gheddafi. “Non ci sono soldi, nessuna sicurezza. Non c’è vita qui. Vai alla stazione di servizio: non c’è diesel. Esportiamo petrolio e gas in Italia e qui abbiamo blackout. È più di un fallimento. È un fiasco”, ha sottolineato il figlio del defunto rais libico.

Redazione. (Nova News)