(Roma, 12 luglio 2021). Bassem Awadallah, ex capo della Corte reale della Giordania, e Sharif Hassan bin Zaid, membro della famiglia reale ex inviato del sovrano in Arabia Saudita, sono stati condannati oggi rispettivamente a 15 anni e a un anno di carcere per il presunto complotto contro la monarchia che avrebbe visto coinvolto il principe Hamza bin Hussein, fratellastro del re. I due si erano dichiarato innocenti di fronte al Tribunale per la sicurezza dello Stato. La corte, tuttavia, ha confermato le prove a sostegno delle accuse. Secondo l’emittente televisiva giordana “Al Mamlaka”, Awadallah, che è anche cittadino statunitense, è stato condannato ai lavori forzati, mentre Bin Zaid dovrà pagare una multa di 1.000 dinari (1.187,89 euro) ed è stato condannato anche per possesso di droga. L’avvocato di Awadallah ha annunciato che farà appello contro il verdetto davanti alla Corte di Cassazione o alla Corte Suprema, denunciando che il suo assistito sarebbe stato torturato durante la custodia.
I due imputati erano stati arrestati lo scorso aprile insieme ad altre 16 persone, che sono state successivamente rilasciate. Il principe Hamza non è stato arrestato e in seguito la famiglia reale ha affermato di aver risolto le controversie con l’ex erede al trono. La spaccatura pubblica all’interno della monarchia è stata apparentemente riparata quando lo zio del re Abdullah, il principe Hassan bin Talal, ha esortato il principe Hamza a rompere i legami con i presunti cospiratori e a dimostrare la sua fedeltà al Regno. In occasione del centenario della Giordania, l’11 aprile, re Abdullah II è apparso insieme al principe Hamza a un evento pubblico. Ad oggi, tuttavia, lo status dell’ex erede al trono resta sconosciuto.
Redazione. (Nova News)