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Libia: riprendono i colloqui di Ginevra sotto crescenti pressioni internazionali e interne

Si tengono oggi (in ritardo) per il terzo giorno consecutivo a Ginevra le sessioni dal vivo del Foro di dialogo politico libico (Lpdf) per discutere la Base costituzionale su cui si terranno le elezioni del 24 dicembre. Secondo fonti di “Agenzia Nova”, l’inizio della seduta odierna è stato posticipato di diverse ore a seguito dell’adozione di alcune misure precauzionali contro il coronavirus, dopo che un membro del Forum, Umm Al-Ezz Al-Farsi, è risultato positivo ai test. I delegati libici si riuniscono mentre aumentano le pressioni internazionali e nazionali per trovare un accordo. Da una parte, infatti, l’inviato delle Nazioni Unite, Jan Kubis, ha sollecitato “progressi negli impegni volti a facilitare lo svolgimento delle elezioni nazionali del 24 dicembre, sviluppando una proposta di compromesso per facilitare il voto”. Dall’altra, le milizie libiche legate alla città di Misurata hanno ammonito che non accetteranno un testo che possa favorire la discesa in campo del generale Khalifa Haftar.

All’inizio di maggio, il comitato legale “ristretto” del Foro di dialogo libico aveva annunciato il completamento della stesura della Base costituzionale, lasciando però che i punti più controversi venissero definiti dal Foro di dialogo riunito in sessione plenaria. Nella prima giornata dei lavori in presenza lunedì 28 giugno, una fonte ha riferito a “Nova” che il comitato consultivo del Foro di dialogo politico ha ottenuto numerosi consensi su diversi punti, tra cui l’elezione diretta del presidente, la definizione dei poteri e della durata del mandato del presidente, la suddivisione dei poteri tra Camera dei rappresentanti (200 membri, con sede a Bengasi) e Senato (120 membri, con sede a Sebha o Tripoli), a condizione che gli eletti siano distribuiti secondo gli equilibri regionali e geografici.

Le discussioni di Ginevra, tuttavia, hanno suscitato diffuse polemiche negli ambienti libici. I leader dell’operazione libica “Vulcano di rabbia” hanno annunciato il loro totale rifiuto della Base costituzionale in discussione in Svizzera. I leader delle milizie hanno sottolineato, in una dichiarazione, che la Base costituzionale presentata dal Comitato consultivo ai membri del Foro conferirebbe legittimità al generale Khalifa Haftar, definito “un criminale di guerra che ha preso il potere con la forza e ha fatto uso della violenza sulla popolazione libica”. Per questo motivo, i leader dell’operazione militare legata alla “città-Stato” di Misurata hanno chiesto una “solida” Base costituzionale affinché le elezioni previste per il prossimo dicembre possano svolgersi “con il monitoraggio della Comunità internazionale e dopo l’unificazione delle istituzioni militari”. La conclusione dei lavori del Foro è attesa domani, giovedì primo luglio, dopo un accordo finale (probabilmente approvato a maggioranza semplice) sulle disposizioni della norma costituzionale. (Nova News)

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