(Roma, 28 giugno 2021). Baghdad ha ospitato, il 27 giugno, un vertice tripartito tra Iraq, Giordania ed Egitto. Tra i temi affrontati, le tensioni tra israeliani e palestinesi, la grande diga africana (GERD) e la lotta al terrorismo.
Nella dichiarazione congiunta, rilasciata a margine dell’incontro, il presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi, il monarca del Regno hascemita giordano, il re Abdullah II, e il premier iracheno, Mustafa al-Kadhimi, hanno riferito di aver raggiunto intese di natura politica, economica, commerciale e in materia di sicurezza, riguardanti i tre Paesi partecipanti e l’intera regione araba. In particolare, le tre parti si sono dette disposte a concretizzare la propria relazione, soprattutto a livello economico, integrando e potenziando le risorse a disposizione, aumentando il volume degli scambi commerciali e profondendo sforzi maggiori nei settori sanitario, industriale e farmaceutico, soprattutto alla luce delle conseguenze globali della pandemia di Coronavirus sulla salute, l’alimentazione e la sicurezza economica. Baghdad, Amman e Il Cairo hanno poi stabilito di coordinarsi in materia di sicurezza e intelligence, al fine di contrastare fenomeni quali il terrorismo, la criminalità organizzata ed informatica e il traffico di sostanze stupefacenti. A tal proposito, i tre Paesi mirano a scambiare conoscenze ed esperienze, così da ostacolare coloro che sostengono il terrorismo, con finanziamenti o fornendo ripari sicuri e piattaforme mediatiche.
Giordania ed Egitto hanno poi elogiato l’Iraq per gli sforzi profusi a livello diplomatico, al fine di rafforzare la sicurezza e la stabilità della regione mediorientale, risolvendo crisi e divergenze. Il riferimento va, nello specifico, alla mediazione di Baghdad nel riavvicinare l’Iran e l’Arabia Saudita. Parallelamente, è stato messo in luce il ruolo iracheno nella lotta al terrorismo e, in particolare, allo Stato Islamico, mentre il governo al-Kadhimi è stato elogiato per le riforme economiche elaborate. Non da ultimo, Amman e Il Cairo hanno offerto il proprio sostegno alle elezioni parlamentari irachene, previste per il 10 ottobre prossimo.
Circa la questione israeliana-palestinese, i tre leader hanno ribadito la necessità di profondere sforzi per raggiungere una pace giusta e inclusiva, che soddisfi tutti i diritti legittimi del popolo palestinese e le loro richieste, tra cui uno Stato indipendente secondo i confini del 1967, con Gerusalemme Est come capitale, in conformità con il diritto internazionale e le risoluzioni di legittimità internazionale. In tale quadro, sia l’Egitto sia la Giordania sono stati elogiati per il ruolo svolto nel favorire una tregua durante l’escalation verificatasi dal 10 al 21 maggio scorso. Al contempo, Baghdad e Amman si sono dette a sostegno della posizione assunta da Egitto e Sudan nella questione della diga GERD, evidenziando la necessità di astenersi da misure unilaterali, senza prima raggiungere un accordo equo, completo e legalmente vincolante che regoli il riempimento e il funzionamento della diga. Quest’ultima, è stato affermato, soddisfa gli interessi dei tre Paesi, oltre a preservare i diritti di Egitto e Sudan in materia di risorse idriche.
Tra le questioni affrontate il 27 giugno vi sono state quelle relative a Siria, Yemen e Libia. In particolare, i tre leader hanno messo in luce la necessità di raggiungere una soluzione politica alla crisi siriana, sulla base della risoluzione 2245 del Consiglio di Sicurezza, “che preservi la sicurezza, la stabilità e la coesione della Siria e fornisca le condizioni favorevoli per il ritorno volontario dei profughi”. Anche per il conflitto civile in Yemen, i tre Paesi hanno espresso sostegno agli sforzi profusi per giungere a una soluzione politica che garantisca sicurezza e stabilità. Circa il dossier libico, è stata accolta con favore la formazione delle autorità esecutive temporanee, ma è stata sottolineata l’importanza di allontanare forze e mercenari stranieri dal Paese Nord-africano.
Quello del 27 giugno è stato il quarto vertice tra i leader di Giordania, Egitto e Iraq, svoltosi nel quadro di un meccanismo di cooperazione lanciato al Cairo nel marzo 2019. Uno degli ultimi meeting aveva avuto luogo, a livello di ministri degli Esteri, il 13 ottobre 2020. Non da ultimo, con il vertice del 27 giugno, è stata la prima volta che un capo di Stato egiziano si è recato in visita in Iraq dall’invasione del Kuwait da parte di Saddam Hussein, nell’agosto 1990, un evento che aveva danneggiato le relazioni tra Il Cairo e Baghdad, poi migliorate negli ultimi anni. A tal proposito, gli Stati Uniti hanno accolto con favore la visita, definita “storica”, di al-Sisi, e il vertice tra i tre Paesi, il quale potrà contribuire a rafforzare la stabilità regionale.
Piera Laurenza. (Sicurezza Internazionale)