Una nuova rotta per unire la Turchia all’Asia centrale

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(Roma, 23 maggio 2021). La Turchia sta lavorando con dedizione affinché l’Anatolia e l’Asia centrale diventino un tutt’uno altamente integrato e dialogante, entrando a far parte di una realtà geopolitica e infrastrutturale iper-coesa e nota al volgo come il “corridoio panturco“. L’obiettivo è quello di creare una rete transnazionale, estesa dall’Anatolia al Turkestan, via Azerbaigian, investita della funzione pivotale di cerniera tra l’Europa e l’Asia.

Forte dell’alleanza adamantina con l’Azerbaigian, la porta d’accesso agli –stan, la Turchia ha potuto investire nella realizzazione di rotte marittime, ferroviarie e autostradali che, lungi dall’esaurirsi all’ampliamento esclusivo dell’interscambio fra le due nazioni, si prestano ad una molteplicità di utilizzi ed obiettivi, tra i  quali l’agganciamento dell’Anatolia al Caspio, il miglioramento del quadro di interconnettività del corridoio Nord-Sud e il divenire indispensabile della Sublime Porta negli ambiti dei progetti di integrazione transcontinentale portati avanti da Russia (Unione Economica Eurasiatica) e Cina (Nuova Via della Seta).

Il corridoio panturco è la chiave di volta che potrebbe permettere alla Turchia di introdursi con forza e fragore nell’Asia inoltrata, incuneandosi destramente nei disegni egemonici di Russia e Cina e, di conseguenza, potendo persino sabotarli dall’interno. E tra le opere costruite e/o co-costruite da Ankara nel quadro della materializzazione del suddetto corridoio, di cui avevamo pronosticato l’espansione esattamente un anno fa, risultano e risaltano le tratte ferroviarie Baku-Tbilisi-Kars e Ankara-Baku-Mosca e la linea marittima Turchia-Caspio.

La linea Turchia-Caspio

Nel mondo turcico è tutto pronto per il lancio della linea marittima commerciale Turchia-Caspio, un’iniziativa targata P&O Maritime Logistics e DP World Yarımca che, una volta inaugurata, creerà una connessione diretta tra l’Anatolia e l’Asia centrale. L’evento ha dello storico ed è indicativo dell’influenza ascendentale di Ankara nella realtà economica dell’Eurasia: per la prima volta, potendo fruire della fondamentale disponibilità del Caucaso russo, i mercati anatolico e centroasiatico verranno collegati direttamente da un flusso regolare e costante di carghi e container.

La rotta mare-terra-mare è stata collaudata con successo a fine aprile, quando ha avuto luogo un viaggio pilota dal mar di Marmara al mar Caspio, effettuato per testare l’efficacia dei sistemi di navigazione fluviale del Caucaso russo. L’esperimento è riuscito: le merci, partite da Istanbul, hanno raggiunto i porti di Aktau (Kazakistan) e Turkmenbashi (Turkmenistan) nel rispetto dei tempi di percorrenza preventivati. Preso atto della fattibilità della tratta, nella giornata del 19 maggio, P&O Maritime Logistics e DP World Yarımca ne hanno preannunciato il lancio attraverso dei comunicati ufficiali.

Le implicazioni

La linea Turchia-Caspio avrà un profondo impatto sia in termini ambientali sia in termini commerciali. Rispetto alle tradizionali rotte terrestri, in via di saturazione nel sempre più florido e trafficato mercato transcaspico, la Turchia-Caspio permetterà una riduzione delle emissioni inquinanti pari al 17%. Numeri che parlano del lato ecologico di questa rotta innovativa e che verranno sicuramente pubblicizzati da parte di Ankara nella speranza-aspettativa di promuoverla a livello internazionale.

Le implicazioni non saranno meno rilevanti dal punto di vista commerciale: garantendo una riduzione dei costi di trasporto rispetto alle tradizionali rotte terrestri Anatolia-Asia centrale del 10-20%, nonché delle tempistiche di consegna più brevi in confronto alle soluzioni su rotaia – un risparmio medio del 15% –, la Turchia-Caspio potrebbe generare quella forza propulsiva necessaria ad amalgamare i mercati delle due sponde del mondo turcico.

Ad ogni modo, se e quanto successo riscuoterà la tratta sarà possibile comprenderlo soltanto nei prossimi anni, probabilmente a partire dal 2022 – perché quest’anno continuerà ad essere condizionato dal fattore pandemia –, tenendo a mente quello che è stato il valore dell’interscambio commerciale complessivo tra Turchia, Russia e Asia centrale nel 2020: 31 miliardi e 200 milioni di dollari.

Emanuel Pietrobon. (Inside Over)