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Siria: Mosca recluta 400 giovani da inviare in Libia

(Roma, 18 maggio 2021). Le forze russe stanziate nella base siriana di Hmeimim, nel governatorato di Latakia, hanno chiesto ai gruppi armati ad esse affiliate di reclutare circa 400 giovani siriani da inviare in Libia. L’obiettivo è sostenere l’Esercito Nazionale Libico (LNA), guidato dal generale Khalifa Haftar, nel salvaguardare le strutture petrolifere da esso controllate.

La notizia è stata riportata, martedì 18 maggio, dal quotidiano al-Araby al-Jadeed, sulla base delle informazioni rivelate da fonti “private”, secondo cui Mosca ha chiesto sostegno soprattutto al Quinto Corpo, considerato il braccio armato di Mosca in Siria. A tal proposito, è stato riferito che negli ultimi cinque giorni sono stati reclutati più di 170 giovani, per il 35% civili e per la maggior parte provenienti da Latakia e dalla periferia di Hama, città della Siria centrale, ai quali è stato chiesto di affiancare gli altri mercenari precedentemente inviati da Mosca, appartenenti alla cosiddetta Compagnia Wagner. A detta delle fonti, la richiesta di reclutare circa 400 giovani in totale è giunta dopo la fine dei contratti di altri 300 combattenti siriani, anch’essi membri del Quinto Corpo. Questi erano stati inviati presso i fronti di combattimento libici a seguito dell’offensiva lanciata da Haftar il 4 aprile 2019, volta a conquistare la capitale Tripoli. Al momento, in Libia le tensioni sembrano essersi placate, e le parti belligeranti, l’LNA e l’esercito tripolino legato al Governo di Accordo Nazionale (GNA), si sono impegnate in un accordo di cessate il fuoco, siglato il 23 ottobre 2020.

Nonostante la fine dei combattimenti, Mosca, però, continua a sostenere il suo alleato libico, Haftar. A detta delle fonti di al-Araby al-Jadeed, le forze russe propongono alle giovani reclute due tipi di contratti. Il primo, della durata di tre mesi, prevede uno stipendio di 1200 dollari al mese, mentre il secondo, di cinque mesi, include una retribuzione di 1300 dollari, con un anticipo di 500 dollari, elargito prima della partenza alla famiglia dei combattenti. Questi ultimi devono avere un’età compresa tra 20 e 44 anni, e, per essere selezionati, non devono aver avuto infortuni che abbiano portato a disabilità. La data della partenza non viene specificata fino a quando non viene raggiunto il numero richiesto da Mosca.

Stando a quanto riportato dal quotidiano, la Russia ha reclutato 350 giovani combattenti anche all’interno della Brigata al-Quds, nel corso degli ultimi giorni, dopo che tale gruppo, insieme ad altri filorussi, ha subito perdite nel corso di attentati e imboscate perpetrati dallo Stato Islamico nella regione della Badia siriana. In tal caso, le reclute non vengono inviate in Libia, ma sono chiamate a sostenere le forze di Damasco e di Mosca in nuove postazioni di monitoraggio, che si prevede verranno stabilite nell’Est del governatorato di Homs. Cento giovani, invece, seguiranno un corso di addestramento militare nella periferia di Aleppo, per poi essere inviati nel Sud-Ovest della regione di Deir Ezzor, per far fronte alla perdurante minaccia terroristica.

Nel corso della crisi in Libia, Paese caratterizzato da instabilità dal 15 febbraio 2011, Mosca è stata più volte accusata di aver reclutato ed addestrato uomini da inviare presso i fronti di combattimento libici, a sostegno del generale Haftar. Tali accuse sono state ripetutamente negate da parte russa. A tal proposito, il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, nel corso di un meeting con il suo omologo siriano, Walid Muallem, svoltosi a Damasco il 7 settembre 2020, aveva respinto le accuse che vedevano la Russia utilizzare i territori siriani per inviare mercenari e armi verso la Libia. A detta del ministro russo, si trattava di accuse infondate, diffuse perlopiù da media turchi e occidentali. Al contrario, Mosca si era detta impegnata a favorire le iniziative di pace, sulla base di un cessate il fuoco “immediato, permanente e incondizionato”, evidenziando come avesse sempre sostenuto gli sforzi profusi per portare la tregua nel Paese Nord-africano.

Erano state le forze USA a monitorare costantemente i movimenti della Compagnia Wagner, una compagnia militare privata della Russia, e a segnalare l’invio di aerei russi presso la base di al-Jufra, tra cui MiG-29 e Su-24. Secondo un report del Pentagono del 2 settembre 2020, sin dal suo primo dispiegamento in Libia, nel 2019, tale gruppo militare ha fornito materiale bellico e uomini addestrati, provocando “perdite significative” alle milizie alleate di Tripoli. A tal proposito, le forze armate statunitensi hanno accusato la Russia di aver inviato almeno 14 aerei da guerra in una base aerea libica, sostenendo che i mezzi erano stati ridipinti in Siria per nascondere la loro origine russa.

Ad oggi, nonostante gli sviluppi a livello politico, sono circa 20.000 i combattenti stranieri che sostano in Libia, i quali si trovano prevalentemente nelle basi di Sirte, al-Jufra e al-Watiya. Ciò viola uno dei principi dell’accordo di cessate il fuoco del 23 ottobre 2020, con cui le parti belligeranti avevano chiesto a forze e mercenari stranieri di lasciare la Libia entro 90 giorni dalla firma dell’intesa.

Piera Laurenza. (Sicurezza Internazionale)

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