E’ saltato l’incontro del Governo di unità nazionale libico previsto per oggi nella città di Bengasi, il capoluogo della Cirenaica evidentemente ancora sotto il controllo del generale Khalifa Haftar. La presidenza del Consiglio dei ministri ha annunciato che è stata rinviata la riunione e la visita prevista per oggi, 26 aprile, nella Libia orientale. Il portavoce del governo libico, Mohamed Hammouda, ha detto che una data successiva per l’incontro sarà annunciata al più presto, senza spiegare i motivi del rinvio. Ieri sera, i sostenitori del generale Khalifa Haftar e in particolare dagli uomini fedeli al figlio, Saddam Haftar, hanno impedito a una delegazione del cerimoniale della sicurezza governativa proveniente da Tripoli di entrare in città. L’aereo che trasportava la scorta e gli addetti al cerimoniale del governo libico è stato costretto a rientrare nella capitale, dopo che gli uomini di Haftar hanno occupato lo scalo ponendo sulla pista di atterraggio una bandiera turca, calpestandola. I sostenitori di Haftar hanno chiesto al primo ministro Abdulhamid Dabaiba che al suo arrivo a Bengasi si recasse prima in visita nel quartier generale dell’autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna) ad Al Rajma, minacciando di impedirgli di entrare in città se non avesse risposto alle loro richieste. Le minacce degli uomini di Haftar a Dabaiba sono state diffuse nella notte attraverso i social media, con l’organizzazione di manifestazioni popolari contro il suo arrivo. Questo incidente ha suscitato aspre polemiche negli ambienti libici e il malcontento di molti. Il portavoce dell’Alto Consiglio di Stato (il “Senato” di Tripoli), Muhammad Abdel Nasser, ha commentato così questi fatti: “Riteniamo che il golpista (Haftar, ndr) e le loro milizie stiano ancora ostacolando il lavoro del Governo di unità nazionale al fine di interrompere il percorso politico”.
La scorta di sicurezza inviata ieri sera dalla capitale della Libia, Tripoli, nella città di Bengasi per assicurare e coordinare la visita e l’incontro della delegazione governativa “è stata vista come una provocazione”. Lo ha detto una fonte dell’Lna all’emittente televisiva panaraba “Al Arabiya”, con sede a Dubai. “L’invio di un aereo carico di decine di guardie del corpo e agenti per stabilire le disposizioni di sicurezza per questa visita ha messo in dubbio la situazione a Bengasi e la capacità delle sue autorità militari di proteggere la delegazione governativa”, aggiunge la fonte. “Questo passaggio – prosegue – significa che Bengasi non è sicura e questo non è vero, poiché i ministri del governo erano stati già precedentemente ricevuti e tutti i loro movimenti sono stati assicurati”. Per tale motivo, alla delegazione è stato rifiutato il permesso di andare atterrare in aeroporto ed entrare in città.
Un’altra fonte vicina a Haftar ha detto che “tra la delegazione di sicurezza inviata dal governo a Bengasi c’erano elementi della milizia armata che ha combattuto contro l’Esercito libico durante l’offensiva nella capitale, Tripoli,” rilevando che “il numero di agenti che è arrivato all’aeroporto era esagerato: gli accordi di sicurezza sono sotto la giurisdizione delle autorità di Bengasi”. Oltre al fattore sicurezza, l’analista politico Sulaiman Al Atiri ha dichiarato ad “Al Arabiya” che “la cancellazione della visita di Dabaiba e del suo governo nella città di Bengasi è avvenuta a seguito di diversi episodi non graditi a Bengasi, in particolare dopo la recente dichiarazione di Dabaiba contro la città, che è stata definita provocatoria”. Dabaiba aveva dichiarato lo scorso fine settimana – durante un incontro in uno dei caffè della capitale con un gruppo di giovani scappati a Tripoli dalla regione orientale della Libia, descritti come “sfollati dalle loro case” – che “la città di Bengasi tornerà alla patria”. Una dichiarazione vista da Bengasi come un mancato riconoscimento del ruolo delle forze di Haftar nella lotta al terrorismo.
La delegazione inviata ieri sera dal cerimoniale del Governo di unità nazionale libico a Bengasi “aveva a bordo 87 agenti della sicurezza”. Lo rivela il sito informativo libico “Al Saa 24”, noto per avere posizioni vicine al generale Khalifa Haftar. Il sito web riporta che la delegazione aveva il compito di coordinare e preparare la riunione ministeriale prevista per oggi presso la sede del governo della città. Tuttavia, le autorità aeroportuali sono rimaste sorprese dal fatto che l’aereo, a cui è stato impedito lo sbarco, trasportava 87 membri delle milizie di Tripoli, la maggior parte di loro erano uomini armati. Le fonti hanno indicato che la delegazione includeva i membri della milizia Ghaniwa e Al Nawasi, aggiungendo che gli elementi armati si sono rifiutati di consegnare i loro documenti di identità, le armi, di aprire le loro borse e di mostrare alcuni dei dispositivi che trasportano. La delegazione armata ha chiesto l’uso della sala Vip dell’aeroporto di Benina, che è controllata dal Comando generale del generale Haftar, per posizionare le armi e ricevere la delegazione governativa che sarebbe arrivata più tardi, ma la loro richiesta è stata respinta. La fonte ha rivelato che le autorità dell’aeroporto sono rimaste sorprese dall’identità dei passeggeri dell’aereo, che avrebbe dovuto includere ministri e direttori di dipartimenti del governo, in quanto coordinata secondo l’informativa inviata dall’aeroporto di Mitiga. (NovaNews)