(Roma, 16 aprile 2021). La commissione parlamentare Affari esteri della Camera dei rappresentanti della Libia ha espresso preoccupazione per l’ingresso in territorio libico di miliziani provenienti dal Ciad. Questi gruppi armati avrebbero “approfittando dell’attuale situazione per compiere azioni criminali lungo la zona di confine meridionale del Paese“. La dichiarazione giunge dopo la notizia del ritorno dei gruppi armati e delle forze dell’opposizione ciadiana in patria provenienti dalla Libia, dove hanno operato al fianco delle forze del generale Khalifa Haftar, secondo quanto denunciato dal governo di N’Djamena. In una nota, la commissione Esteri del parlamento libico ha invitato le autorità di Tripoli a vigilare sulla situazione della sicurezza lungo la frontiera meridionale col Ciad per impedire violazioni dei confini territoriali. Nell’ultima settimana le forze armate del Ciad hanno effettuato attacchi aerei contro una colonna di ribelli nella città di Zouarké, nella regione settentrionale di Tibesti. Fonti militari citate dall’emittente “Rfi” riferiscono che due MiG-21 dell’aviazione di N’Djamena hanno colpito la città di Zouarké per fermare l’avanzata dei ribelli mentre parallelamente l’esercito inviava rinforzi a Tibesti. L’operazione è seguita di poche ore alla dichiarazione da parte dello Stato maggiore dell’esercito che ha ammesso l’incursione della ribellione ciadiana nel nord del Paese.
Zouarké, così come la città di Wour, sono state abbandonate dai militari e dai doganieri che hanno ceduto le loro posizioni ai ribelli. Gli scontri tra l’esercito e i ribelli si sono intensificati nella giornata di domenica, in concomitanza con le elezioni presidenziali. Secondo fonti di “Rfi”, la coalizione militare ribelle composta da quattro gruppi armati ha inviato circa 100 veicoli a Faya Largeau con circa 500 uomini provenienti dalla zona di confine con la Libia. Il loro obiettivo, come dichiarato dal segretario generale della coalizione militare ribelle Mohamed Ali, è quello di rovesciare il presidente Idriss Deby, in corsa per un sesto mandato alla guida del Paese. Dal 2018 i gruppi ribelli che cercano invano di rovesciare il governo ciadiano conducono incursioni e attacchi a Tibesti dalla Libia, dove sono stati in grado di acquisire una notevole quantità di attrezzature, veicoli e armi.
L’area settentrionale del Ciad, ricca di miniere aurifere, è da anni vittima di infiltrazioni da parte di un consistente gruppo di ribelli fedeli all’Unione delle forze della resistenza (Ufr), alleanza costituita nel 2009 a Hadjer Marfain, nella regione sudanese del Darfur, e che comprende nove gruppi ribelli ciadiani. Dopo essere stati cacciati dal Sudan nel 2013, i miliziani si sono trasferiti nel sud della Libia, dove avrebbero prestato servizio come mercenari e da dove partono le loro incursioni nel nord del Ciad con l’obiettivo di rovesciare il presidente Deby, sostenuto dalla Francia. Nella lotta contro il terrorismo le forze armate ciadiane sono un alleato prezioso dei francesi sia in Malisia nell’ambito della forza G5 Sahel. Proprio perchè preoccupati delle loro frontiere a nord, nel 2018 Ciad, Niger e Sudan hanno firmato un accordo di cooperazione con la Libia per la lotta contro i trafficanti e il terrorismo. I quattro Paesi si sono impegnati a collaborare strettamente sul piano militare e su quello politico e, in base agli accordi, ognuno dei governi assumerà il comando a rotazione per la durata di sei mesi.
Redazione. (NovaNews)