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Pakistan: due infermiere cristiane accusate di blasfemia

Due infermiere cristiane di Faisalabad, città del Punjab pakistano, sono accusate di aver vilipendio al Corano in base al 295 B, uno degli articoli del codice penale pakistano della famigerata « legge di blasfemia ».

Come appreso dall’Agenzia Fides, il Primo rapporto di indagine (FIR) n. 371/21 c è stato depositato il 9 aprile. Il caso è stato registrato su istanza presentata dal sovrintendente medico Mirza Mohammad Ali dell’ospedale civile di Faisalabad.

Secondo il denunciante due infermiere cristiane, Maryam Lal e Navish Arooj – accusate da una caposala, di religione musulmana – avrebbero rimosso e strappato da un armadio un adesivo che conteneva versi del Sacro Corano.

Alla notizia che due infermiere erano state ritenute colpevoli di di aver disonorato i versetti del Sacro Corano, uno dei ragazzi del reparto, ha tentato di uccidere una delle due con un coltello. La donna però si è solo ferita al braccio. Entrambe le infermiere sono sotto la custodia della polizia.

Kashif Aslam, coordinatore del programmi nella Commissione nazionale per la Giustizia e la pace dei vescovi del Pakistan, parlando a Fides, rileva: “E’ un’altra falsa accusa contro le donne cristiane; c’è una questione personale tra i membri dello staff che deve essere scoperta nell’inchiesta. I fedeli cristiani hanno profonda sensibilità su questi temi , e inoltre viene insegnato loro a rispettare le altre religioni. Non credo che le giovani infermiere cristiane abbiano profanato l’adesivo contenente i versi del Sacro Corano”.

“È allarmante – sottolinea Saleem Iqbal, attivista cristiano per i diritti umani – vedere aumentare le persone accusate ingiustamente in casi di blasfemia e le conversioni forzate delle ragazze appartengono a minoranze religiose. Questo è il secondo caso che si registra quest’anno: in precedenza l’infermiera cristiana Tabitha Gill è stata accusata in un ospedale di Karachi. Ora questo è successo a Faisalabad”.

Iqbal lancia un appello ai politici cristiani affinché « si affrettino ad agire per proteggere il loro popolo e chiediamo ai fedeli di essere sempre attenti a quanti possono intrappolarli in ​​tali questioni, utilizzando la blasfemia per rancori personali o gelosie personali”. (AGI)

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