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Iran: Khamenei, la politica di «massima pressione» degli USA è fallita

La politica di “massima pressione” attuata dagli Stati Uniti contro l’Iran si è rivelata fallimentare, a fronte della capacità di resistenza di Teheran. Lo ha detto la Guida suprema della Rivoluzione islamica dell’Iran, ayatollah Ali Khamenei, in un messaggio alla nazione diffuso oggi in occasione del Nowruz (il Capodanno iraniano). Il nuovo anno iraniano, 1400, è stato battezzato da Khamenei “Anno della produzione, del sostegno e del superamento degli ostacoli”. Durante l’anno iraniano passato, il 1399, “la nazione iraniana ha dimostrato le sue capacità, incluso nell’affrontare la grande prova, ovvero il coronavirus”, ha detto l’ayatollah. “Nonostante le sanzioni del nemico, e nonostante il percorso delle risorse straniere fosse bloccato, la nostra nazione, i nostri scienziati, i nostri medici, i nostri infermieri, i nostri esperti di laboratorio e i nostri radiologi – coloro che si occupano della salute della gente – sono riusciti a realizzare una grande impresa”, ha proseguito. “La nazione iraniana ha mostrato anche la sua capacità di fare fronte alla massima pressione del nemico. I nostri nemici, guidati dagli Stati Uniti, hanno cercato di mettere in ginocchio la nazione iraniana con le loro ‘massime pressioni’. Oggi, loro e i loro alleati europei dicono espressamente che la politica di massima pressione ha fallito. Noi sapevamo che avrebbe fallito, e perciò siamo stati decisi a sconfiggere il nemico in quell’area”, ha aggiunto Khamenei.

Anche se lo slogan dell’anno passato era “crescita della produzione”, non è stato possibile realizzare completamente tale crescita a causa di diversi “ostacoli”, ha sottolineato la Guida suprema, citando la mancanza di incentivi agli investimenti e di sostegno governativo a tutti i settori produttivi. L’anno nuovo sarà importante, secondo Khamenei, anche perché nei primi mesi si terranno le elezioni presidenziali. “Avremo elezioni importanti che possono esercitare un’influenza importante sulle condizioni, gli affari e il futuro del Paese, perché ci saranno nuovi amministratori che molto probabilmente avranno energia e una forte motivazione”, ha proseguito la principale autorità religiosa iraniana. Alle elezioni presidenziali iraniane del prossimo giugno, secondo molti osservatori e analisti, potrebbe vincere un candidato del fronte più radicale e conservatore, dopo otto anni di governo del “moderato” Hassan Rohani (il quale dopo due mandati non potrà più ricandidarsi). (Nova)

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