Siria: le forze aeree respingono un attacco nei dintorni di Damasco

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(Roma, 17 marzo 2021). Le forze di difesa aerea siriana hanno riferito di aver respinto un attacco missilistico, presumibilmente condotto da Israele, contro la periferia della capitale Damasco.

Stando a quanto specificato dall’agenzia di stampa siriana, SANA, sulla base di una fonte militare, l’episodio si è verificato alle 22:35 della sera di martedì 16 marzo. “Il nemico israeliano”, a detta della fonte, ha lanciato missili dai territori occupati del Golan siriano, in direzione di obiettivi situati nei dintorni di Damasco. Le forze di difesa aerea sono state in grado di rispondere all’aggressione, colpendo gran parte dei missili lanciati contro i territori siriani. Al momento, è stato infine aggiunto, non sono state registrate perdite in termini di vite umane, ma soltanto danni materiali. La notizia è stata confermata anche dall’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani (SOHR), il quale ha riferito che i raid israeliani hanno preso di mira due depositi di armi appartenenti a gruppi affiliati a Teheran, situati all’interno di siti militari delle forze siriane, a pochi chilometri dall’aeroporto internazionale di Damasco. Il quotidiano al-Araby al-Jadeed ha poi riportato che i missili israeliani sono stati lanciati a circa 12 ore di distanza dall’arrivo di aerei cargo iraniani presso l’aeroporto della capitale. Parallelamente, fonti locali hanno poi riferito ad al-Jazeera che un elicottero israeliano ha bombardato postazioni appartenenti a milizie filo-iraniane, situate nell’area rurale di Quneitra, nel Sud della Siria.

Israele, da parte sua, si è rifiutato di rilasciare dichiarazioni sui due episodi. Tuttavia, non è la prima volta che le forze siriane riferiscono di aver risposto ad “aggressioni del nemico israeliano”. Quest’ultimo, sebbene abbia più volte affermato di colpire la Siria come forma di autodifesa, raramente rivendica i diversi attentati. È dal 2011 che Israele è considerato l’autore di attacchi aerei in Siria, volti a prendere di mira i suoi principali nemici nella regione mediorientale, ovvero l’Iran, i gruppi palestinesi e l’organizzazione paramilitare libanese Hezbollah, considerati un pericolo per l’integrità dei propri confini territoriali. Questo perchè, a detta di Israele, Teheran starebbe provando a intensificare la propria presenza in Siria, creando una base permanente, sebbene le operazioni israeliane degli ultimi anni abbiano contribuito a limitare l’influenza del nemico iraniano. Inoltre, fonti di intelligence regionali hanno dichiarato che i gruppi armati filoiraniani, tra cui le Quds Force, hanno rafforzato la propria presenza nei dintorni di Sayeda Zainab, nel Sud di Damasco, dove si pensa siano state create diverse basi sotterranee.

A tal proposito, il ministro della Difesa israeliano, Benny Gantz, il 26 febbraio, ha dichiarato che Israele sta effettuando operazioni quasi ogni settimana, al fine di impedire all’Iran di “trincerarsi” in Siria, mentre risale al 22 gennaio la dichiarazione di una fonte militare israeliana, la quale ha riferito che il proprio Paese è intenzionato a intensificare gli attacchi contro i territori siriani. Come evidenziato, nelle settimane precedenti erano stati condotti 3 attentati in 10 giorni, mentre ancora prima si verificava un attacco ogni tre settimane. Stando a quanto specificato dalla medesima fonte, poi, i raid israeliani mirano a colpire i sistemi missilistici e i radar convenzionali delle forze sia siriane sia iraniane, con l’obiettivo di prevenire eventuali attacchi futuri con “missili indiscriminati”.

Uno degli attacchi più violenti del 2021 si è verificato il 13 gennaio, quando le forze aeree israeliane sono state accusate di aver perpetrato 18 raid aerei contro Deir Ezzor e al-Bukamal, nell’Est della Siria. In tale occasione, sono state provocate circa 57 vittime, tra cui almeno 10 tra le fila dell’esercito di Damasco, mentre gli altri individui deceduti appartenevano ai gruppi armati legati all’Iran, ad Hezbollah e alla Brigata Fatemiyoun, una milizia sciita afgana formata nel 2014 per combattere in Siria.

Piera Laurenza. (Sicurezza Internazionale)