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Russia: prestito da 5 miliardi di dollari all’Iran

(Roma il 23 febbraio 2021). Il Majles, ovvero l’organismo legislativo della Repubblica Islamica dell’Iran, ha acconsentito di prendere in prestito 5 miliardi di dollari dalla Federazione Russa. Tali fondi, secondo Mosca, dovrebbero essere utilizzati per progetti infrastrutturali nel Paese.

L’accordo era stato annunciato, il 5 dicembre 2019, dal ministro iraniano dell’Energia, Reza Ardakanian, il quale aveva specificato che la Repubblica Islamica intende incanalare la somma in diversi progetti infrastrutturali, tra cui la costruzione e l’ammodernamento di tre centrali elettriche.

La collaborazione tra Mosca e Teheran in ambito politico, economico e militare è aumentata notevolmente negli ultimi anni, in particolare alla luce delle evidenti tensioni tra la nazione mediorientale e gli Stati Uniti. Dalla prospettiva russa, il dialogo politico con l’Iran si basa sulla convergenza dei due Paesi sulla maggior parte delle questioni dell’agenda globale e regionale, in particolare la necessità di un ordine mondiale multipolare, il rafforzamento del ruolo delle Nazioni Unite negli affari internazionali, gli insediamenti siriani e iracheni e la situazione in Afghanistan. Mosca ritiene che la cooperazione con Teheran sia una condizione importante per salvaguardare gli interessi nazionali e promuovere la stabilità nel Caucaso, nell’Asia centrale e in Medio Oriente.

I riflessi di tale avvicinamento politico si notano anche nella sfera economica, la quale negli ultimi ha visto un aumento degli scambi bilaterali tra le due nazioni, oltre all’impegno in importanti progetti infrastrutturali. Secondo i risultati del 2018, il volume del commercio estero di Russia e Iran ammontava a 1,7 miliardi di dollari, mentre nel 2019 c’è stato un incremento del 17%, con un fatturato pari a 1,3 miliardi. Riguardo alle infrastrutture, Mosca progetta di costruire un nuovo porto vicino alla città di Lagan, sulla costa russa del Mar Caspio. La struttura, da 1,6 miliardi di dollari e con una capacità dichiarata di 12,5 milioni di tonnellate, è destinata principalmente a favorire il commercio del Paese con Teheran e Nuova Delhi.

Sulla stessa linea, il 13 agosto 2020, l’Iran e la Russia hanno annunciato che sarà avviata una rotta marittima permanente tra le due nazioni. Il porto russo di Astrakhan sarà collegato a due porti nella città iraniana di Bandar-e Anzali, nel Mar Caspio. Nel breve termine, questa nuova pista marittima avrà l’obiettivo di aumentare il commercio tra Mosca e Teheran, una priorità assoluta per il Paese mediorientale, colpito dalle sanzioni internazionali. La mancanza di opzioni di trasporto, anche per le navi portacontainer, ha gravemente ostacolato il commercio bilaterale. Pertanto, secondo gli ufficiali iraniani, la nuova rotta includerà navi da carico in grado di trasportare container refrigerati, che consentiranno altresì gli scambi di merci deperibili.

In questo contesto, Teheran ha sempre sperato che legami più stretti con la Russia aiutassero la nazione a integrarsi economicamente anche con gli altri vicini settentrionali dell’Asia centrale e del Caucaso meridionale. In tale direzione va il progetto International North-South Transport Corridor (INSTC). Si tratta di un sistema di trasporto lungo 4.500 miglia il quale comprende linee ferroviarie, stradali e marittime che collegano l’India alla Russia attraverso l’Iran. L’INSTC viene descritto dai suoi sostenitori come un punto di svolta che ridurrà la distanza e il costo del trasporto dall’Asia meridionale all’Europa.

Infine, la cooperazione tecnico-militare russo-iraniana è in fase di sviluppo. Nel 2007, è stato concluso un contratto per la fornitura di sistemi missilistici antiaerei S-300 a Teheran. Tuttavia, la sua attuazione è stata sospesa con l’adozione della Risoluzione 1929 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il 9 giugno 2010, la quale ha vietato il trasferimento di armi avanzate all’Iran, compresi missili e sistemi missilistici. Il 13 aprile 2015, però, è stato riferito che Mosca e Teheran stavano rinnovando il contratto, che è entrato in vigore il 9 novembre 2015.

Mariela Langone. (Sicurezza Internazionale)

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