(Roma il 02 febbraio 2021). Il primo febbraio, il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Saeed Khatibzadeh, ha commentato le dichiarazioni dei talebani sull’istituzione di un governo islamico in Afghanistan.
Sottolineando che i talebani fanno parte della realtà afghana, il portavoce ha dichiarato che gli uffici politici talebani stanno lavorando per raggiungere un accordo a Doha e in Pakistan e il gruppo è attualmente coinvolto in negoziati ufficiali con il governo afghano. L’Iran ha sempre espresso sostegno ai colloqui intra-afgani, ha evidenziato Khatibzadeh, aggiungendo che la recente visita in Iran della delegazione talebana era in linea con i negoziati di Doha.
Al portavoce è stato chiesto di commentare la notizia secondo cui i talebani hanno chiesto le dimissioni del Governo dell’Afghanistan, affermando che un esecutivo islamico nascerà a seguito dei colloqui di pace. Secondo alcune fonti, tale possibilità sarebbe stata discussa durante la visita a Teheran. Da parte sua, il rappresentante iraniano ha risposto che solo le notizie pubblicate dal ministero degli Affari Esteri sono credibili e il ministro degli Esteri iraniano, Javad Zarif, ha sottolineato che nessun Governo può essere formato nel Paese se non si basa sulla volontà nazionale e sui voti del popolo afghano.
La stampa locale afghana ha riferito la notizia riguardante le affermazioni dei talebani sull’istituzione di un governo islamico con allarme, affermando che tali dichiarazioni erano state rilasciata in occasione di una conferenza stampa a Teheran. “Sulla base dell’accordo, (di pace USA-talebani), questo governo verrà sciolto e verrà formato un altro esecutivo sulla base dei negoziati intra-afgani, proprio per discutere di questo tema, abbiamo fatto alcuni viaggi nella Repubblica Islamica dell’Iran e in Russia”, ha dichiarato Suhail Shaheen, un membro della squadra di negoziatori di pace talebani, secondo Tolo News. Proprio in riferimento alla vicinanza tra Iran e Russia su alcune questioni, il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano, Saeed Khatibzadeh, ha affermato che un “accordo sulla sicurezza delle informazioni” è stato firmato con la Russia durante una visita di Zarif a Mosca. In risposta ai talebani, l’Ufficio del Consiglio di Sicurezza Nazionale (ONSC) ha affermato che è prematuro parlare del sistema politico futuro dell’Afghanistan. L’ONSC ha poi aggiunto che i talebani dovrebbero mettere fine alle violenze prima di parlare di istituzioni politiche.
Intanto, l’agenzia di stampa Reuters, già il 31 gennaio, ha riferito di una conversazione con un rappresentante dei talebani che ha affermato che il gruppo militante islamista continuerà a “difendere il Paese”, se le forze armate straniere rimarranno in Afghanistan dopo maggio 2021, data prevista per il ritiro delle truppe statunitensi secondo l’accordo firmato dall’ex amministrazione degli USA e i talebani a Doha, in Qatar, il 29 febbraio 2020. Citando quattro alti funzionari della NATO, Reuters ha riferito che le truppe internazionali prevedono di rimanere in Afghanistan oltre la scadenza di maggio. In risposta a ciò e alla dichiarazione dei rappresentanti dell’Unione Europea, i talebani hanno affermato che il gruppo continuerà a difendere “i valori, il suolo, il Paese e i suoi diritti” se l’accordo USA-talebani non sarà rispettato.
“Se qualcuno ignora l’accordo di Doha e cerca scuse per continuare la guerra ed estendere l’occupazione, allora la nazione dei mujahin dell’Afghanistan può difendere coraggiosamente i valori, il suolo, il Paese e i suoi diritti come ha sempre fatto prima, come dimostrato nella storia”, ha riferito a Reuters il portavoce dei talebani, Zabihullah Mujahid. Da parte sua, la portavoce della NATO, Oana Lungescu, ha affermato che non è stata ancora presa alcuna decisione definitiva. “I ministri della Difesa della’Alleanza si concentreranno sull’Afghanistan nella riunione del 17-18 febbraio”. Intanto, la NATO ha nuovamente sottolineato il proprio sostegno al processo di pace in Afghanistan, al fine di garantire una stabilità e che il Paese non sia più un rifugio sicuro per i terroristi. “Continuiamo a chiedere a tutte le parti di cogliere questa storica opportunità. I talebani devono rispettare i loro impegni e tagliare i legami con i gruppi terroristici, ridurre la violenza e impegnarsi in negoziati significativi. La violenza dei talebani continua a minare il processo di pace e deve finire”, ha aggiunto la portavoce della NATO.
Risale al 28 gennaio l’annuncio da parte del Pentagono degli USA sul fatto che l’attuale amministrazione statunitense non ha intenzione di effettuare un ritiro completo delle truppe dall’Afghanistan entro maggio 2021, come previsto dall’accordo di Doha con i talebani, a causa del mancato rispetto dei termini dell’intesa. In risposta, i militanti afghani hanno accusato Washington di violazioni dei diritti umani. La nuova amministrazione statunitense deve quindi gestire questa delicata situazione. Già il 20 gennaio, il segretario di Stato del nuovo presidente Biden, Antony Blinken, ha dichiarato che l’accordo con i talebani sarebbe stato riesaminato, prima di prendere decisioni al riguardo. Il 25 gennaio, il presidente dell’Afghanistan, Ashraf Ghani, ha affermato che è stato aperto un nuovo capitolo nelle relazioni tra Kabul e Washington, con l’insediamento dell’amministrazione di Joe Biden. Quale sarà il futuro dell’accordo tra USA e talebani, in questo contesto, è ancora da capire.
Maria Grazia Rutigliano. (Sicurezza Internazionale)