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È ufficiale: gli Houthi sono un’organizzazione terroristica

(Roma 20 gennaio 2021). Il Dipartimento del Tesoro statunitense, il 19 gennaio, ha ufficialmente designato i ribelli sciiti Houthi come un’organizzazione terroristica straniera, ai sensi della sezione 219 della Legge sull’Immigrazione e la Cittadinanza.

L’entrata in vigore del provvedimento è giunta a poche ore dall’insediamento del presidente neoeletto, Joe Biden, alla Casa Bianca, mentre risale al 10 gennaio l’annuncio del segretario di Stato USA uscente, Mike Pompeo, con cui aveva affermato che gli Stati Uniti avrebbero classificato “Ansar Allah”, ovvero le milizie Houthi, una organizzazione terroristica, rendendo il gruppo responsabile per gli attentati commessi nel corso del conflitto yemenita, tra cui sono da includere gli attacchi transfrontalieri, in particolare al confine con l’Arabia Saudita, e quelle operazioni che minano la vita della popolazione civile, le infrastrutture e le rotte marittime del commercio internazionale.

Come specificato dal Dipartimento del Tesoro statunitense, anche tre leader Houthi sono stati classificati come “terroristi appositamente designati” a livello internazionale. Si tratta di Abdul Malik al-Houthi, Abd al-Khaliq Badr al-Din al-Houthi, e Abdullah Yahya al-Hakim. Tuttavia, il Dipartimento ha concesso licenze ad alcune organizzazioni, tra cui le Nazioni Unite e il Comitato Internazionale della Croce Rossa, esentandole dalle restrizioni connesse alla designazione del gruppo sciita come terrorista. Al contempo, saranno consentite alcune attività “ufficiali” condotte dal governo statunitense e l’esportazione di beni agricoli, medicinali e dispositivi medici.

La mossa di Washington, sebbene accolta dal governo legittimo yemenita, ha suscitato preoccupazione tra alcune organizzazioni internazionali che operano in ambito umanitario. Questo perché designare gli Houthi terroristi impedisce a diversi individui ed entità di attuare transazioni, trasferimenti bancari o di acquistare cibo e benzina, sebbene le misure adottate in tal senso risultino essere ancora poco chiare. Inoltre, l’inclusione degli Houthi nell’elenco delle organizzazioni terroristiche straniere del Dipartimento USA implica che i combattenti yemeniti saranno esclusi dalle operazioni di sostegno finanziario e di risorse materiali inviate attraverso le banche o istituzioni statunitensi, mentre gli yemeniti all’estero potrebbero non essere più in grado di trasferire denaro alle proprie famiglie, provocando un ulteriore deterioramento della situazione umanitaria.

Anche secondo il sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari, Mark Lowcock, concedere licenze e permessi alle agenzie umanitarie non servirà a evitare un’ondata di carestia in Yemen, un Paese che fa affidamento quasi esclusivamente sulle importazioni e in cui si prevede che 16 milioni di persone soffriranno la fame nel 2021. Al di là del congelamento dei beni dei ribelli, Lowcock ha precedentemente evidenziato come vi siano numerosi fornitori, banche, spedizionieri e assicuratori che sono disposti a porre fine ai propri affari in Yemen per paura delle sanzioni di Washington.

Di fronte a tale scenario, sono numerosi i gruppi e le organizzazioni umanitarie e per i diritti umani che si sono rivolti al presidente neoeletto Biden, chiedendogli di invertire la decisione. In tale quadro, il 15 gennaio, cinquanta diverse organizzazioni civili e religiose statunitensi, compresa la National Council of Churches and Health Alliance International, hanno scritto una lettera in cui hanno esortato il nuovo capo della Casa Bianca a invertire una “designazione disastrosa e a porre fine al sostegno militare degli USA verso la coalizione a guida saudita, sin dal suo primo giorno d’incarico”. Ciò, è stato evidenziato, dovrebbe essere fatto per il bene di milioni di yemeniti già vittime di carestia.

Gli Houthi, da parte loro, hanno dichiarato, in un comunicato rilasciato il 19 gennaio, che la decisione di Washington di classificarli come organizzazione terroristica rivela la natura aggressiva degli USA in Yemen e, pertanto, si sono detti disposti a rispondere a qualsiasi altra mossa ostile. Secondo i ribelli sciiti, i parametri adottati dagli Stati Uniti non possono essere considerati morali, legittimi o umani e l’obiettivo è soddisfare semplicemente i loro interessi e quelli della “entità sionista”. Quanto stabilito, è stato specificato nel comunicato, non farà altro che aumentare la determinazione degli Houthi nell’ostacolare il “progetto statunitense e sionista”.

Piera Laurenza. (Sicurezza Internazionale)

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