Libia: Ankara invia missili e radar presso presso la base di al-Watiya

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(Roma 29 dicembre 2020). Nonostante la relativa tregua presso i fronti di combattimento libici, martedì 29 dicembre sono atterrati due aerei militari cargo turchi presso la base di al-Watiya, nell’Ovest della Libia.

A dichiararlo, il corrispondente del quotidiano al-Arabiya, mentre fonti libiche, definite “ben informate”, hanno riferito che la Turchia ha inviato batterie missilistiche e due sistemi radar 3D nel Paese Nord-africano. La notizia giunge a pochi giorni di distanza dalle recenti dichiarazioni del ministro della Difesa Turco, Hulusi Akar, il quale, il 27 dicembre, ha affermato che l’Esercito Nazionale Libico (LNA), con a capo il generale Khalifa Haftar, e i suoi sostenitori nell’Est della Libia potrebbero essere considerati “target legittimi” se le forze turche nella regione dovessero essere attaccate.

Non da ultimo, risale al 22 dicembre la decisione del Parlamento turco, con cui è stata approvata una mozione proposta dalla presidenza, guidata dal capo di Stato turco, Recep Tayyip Erdogan, che prevede l’estensione della missione delle proprie forze armate in Libia per altri 18 mesi, a partire dal 2 gennaio prossimo. In tale occasione, Ankara ha altresì ribadito che avrebbe continuato a fornire sostegno, e in particolare consulenza e addestramento, alle forze libiche di Tripoli, in linea con il memorandum di sicurezza e per la cooperazione militare siglato con il governo di Tripoli il 27 novembre 2019.

Tuttavia, la mozione approvata il 22 dicembre dal Parlamento turco contrasta una delle clausole dell’accordo di cessate il fuoco siglato, il 23 ottobre scorso, dalle due fazioni libiche rivali, il governo di Tripoli e l’LNA, nel corso degli incontri del Comitato militare congiunto 5+5. In particolare, l’intesa prevede l’allontanamento di milizie e forze straniere dai fronti di combattimento libici entro 90 giorni dalla firma dell’accordo, oltre all’interruzione delle attività di consulenza e addestramento tenute in collaborazione con attori stranieri, fino a quando non verrà formato un nuovo governo.

Sebbene la Turchia si sia più volte impegnata a rispettare il cessate il fuoco, le forze di Haftar hanno spesso denunciato il perdurante sostegno militare di Ankara alle forze tripoline. In particolare, secondo fonti militari dell’LNA, anche dopo il 23 ottobre la Turchia ha creato un ponte aereo con i territori libici occidentali, attraverso cui inviare armi e combattenti. La “intensa” attività aerea ha interessato anche Wishka e Abu Qurain, entrambe situate a Ovest di Sirte, mentre sono stati monitorati decolli e atterraggi “insoliti” presso la base dell’Aeronautica di Misurata. Motivo per cui, l’LNA, l’8 dicembre, ha affermato di essere ancora in uno stato di guerra contro la Turchia, mentre, il 24 dicembre, il generale Haftar ha affermato che ritornerà a fare uso di violenza e armi se Ankara non porrà fine alla propria ingerenza negli affari interni della Libia.

Nel corso del conflitto libico, scoppiato da una fase di instabilità che ha avuto inizio il 15 febbraio 2011, la base di al-Watiya, definita strategica, era considerata una delle maggiori roccaforti dell’Esercito Nazionale Libico e del suo generale nell’Ovest libico. Successivamente, il 18 maggio 2020, le forze di Tripoli sono riuscite a prenderne il controllo e a stabilirsi nell’area in modo indisturbato, fino a quando, nella notte tra il 4 e il 5 luglio, aerei, presumibilmente stranieri, hanno condotto raid contro la base.

L’attacco, condannato anche dalle Nazioni Unite, sarebbe stato provocato dalle preoccupazioni di una crescente influenza della Turchia in Libia. Questo perché, secondo alcuni, non era da escludersi l’ipotesi secondo cui al-Watiya potesse diventare una base permanente turca, altresì funzionale alle attività di esplorazione nel Mediterraneo, oltre che un “hub per droni” controllato da Ankara, ovvero un centro da cui dispiegare droni armati e per le attività di monitoraggio, con la copertura dei sistemi di difesa turchi. In tale quadro, il 18 ottobre, il direttore del dipartimento di consulenza dell’LNA, il maggiore generale Khaled al-Mahjoub, ha affermato che la Turchia “sta dotando la base di Uqba bin Nafi, nella regione di al-Watiya, di dispositivi e attrezzature “all’avanguardia” e non sembra essere intenzionata ad abbandonare i territori libici in futuro. Al contrario, Ankara mirerebbe a rafforzare la propria presenza a Mitiga, Misurata, Tripoli e al-Watiya.

Piera Laurenza. (Sicurezza Internazionale)