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Siria: intercettati missili di Israele, morti combattenti iraniani

(Roma 25 dicembre 2020). Le forze di Difesa aerea siriana hanno riferito, venerdì 25 dicembre, di aver intercettato e colpito missili, presumibilmente lanciati da Israele, diretti verso la provincia di Hama, nell’Ovest della Siria.

In particolare, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa siriana SANA, sulla base di una fonte militare, “l’aggressione” ha avuto luogo nella notte, alle 00:40. Si pensa che i missili siano stati lanciati dalla città libanese di Tripoli, per poi dirigersi verso Masyaf, nella periferia di Hama. Le forze siriane, è stato specificato, sono state in grado di abbattere la maggior parte dei missili. Israele, da parte sua, non ha rilasciato commenti, ma aerei israeliani sono stati uditi mentre sorvolavano lo spazio aereo libanese poco prima dei raid.

Successivamente, fonti, definite “affidabili”, dell’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani (SOHR) hanno specificato che l’attacco verificatosi tra il 24 e il 25 dicembre ha preso di mira postazioni dell’esercito legato al presidente siriano, Bashar al-Assad, e dei gruppi filoiraniani ad esso affiliato, così come depositi di armi dei cosiddetti “Laboratori per la Difesa” situati nell’Ovest di Masyaf, e un centro di ricerca gestito dal governo di Damasco, dove si presume lavorino esperti iraniani. È stato lo stesso SOHR a riferire che tra le vittime vi sono stati almeno 6 individui di nazionalità non siriana, ma al momento non è chiaro se questi fossero membri del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC) o di altri gruppi filoiraniani. Circa le altre vittime siriane, non sono stati specificati ulteriori dettagli, ma si pensa che il bilancio sia destinato ad aumentare, alla luce delle gravi ferite riportate.

Stando a quanto riferito dal SOHR, l’area periferica di Masyaf è sede di centri adibiti alla produzione di missili a medio e a corto raggio, situati nel villaggio di al-Zawi e in quello di Sheikh Ghadban. Ciò ha reso la zona bersaglio di diversi attentati da parte israeliana. A tal proposito, il 4 giugno 2020, un attacco aveva interessato proprio al-Zawi, ed aveva provocato la distruzione di depositi di armi e munizioni, oltre alla morte di almeno 9 combattenti affiliati al governo di Assad, tra cui 4 locali. Cinque vittime, invece, nono sono state identificate.

L’Iran, al pari di Hezbollah, è tra i sostenitori di Assad nella cornice del perdurante conflitto siriano, scoppiato il 15 marzo 2011 e tuttora in corso. In tale quadro, sin dal 2011, Israele ha condotto centinaia di attacchi aerei in Siria, prendendo di mira i suoi principali nemici nella regione mediorientale, ovvero l’Iran, i gruppi palestinesi e l’organizzazione paramilitare libanese Hezbollah, considerati un pericolo per l’integrità dei propri confini territoriali. Uno degli ultimi episodi risale al 25 novembre scorso, quando, per la 36esima volta nel corso del 2020, aerei da guerra, presumibilmente israeliani, hanno colpito postazioni appartenenti al regime siriano, nel Sud di Damasco e del governatorato di Quneitra, dove sono presenti gruppi affiliati a Teheran.

Come riportato in precedenza dal SOHR, tra il 20 aprile ed il 3 agosto sono stati documentati almeno 20 attentati, diretti perlopiù contro le postazioni delle milizie filo-iraniane situate a Quneitra, Daraa, Homs, Aleppo, Deir Ezzor, Hama e Damasco. A detta dell’Osservatorio Siriano, erano almeno 102 le vittime registrate fino ad agosto, di nazionalità sia siriana sia non siriana.

Israele si è più volte detto determinato a frenare la crescita della forza militare dell’Iran in Siria, contro cui sarebbe suo diritto continuare a combattere come forma di auto-difesa. Inoltre, Teheran, a detta di Israele, starebbe cercando di creare una propria base militare permanente. In tale quadro, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha dichiarato più di una volta che il suo Paese “non esclude un attacco preventivo contro l’Iran” per impedirne lo stanziamento vicino ai confini settentrionali del Paese, in riferimento alla Siria, e soprattutto alle alture del Golan occupate o al Libano meridionale. Gli attacchi aerei israeliani rappresenterebbero altresì un tentativo di colpire i depositi di armi appartenenti ad Hezbollah. Quest’ultimo si concentra soprattutto presso Sayyidah Zaynab e Mezzeh, a Sud di Damasco. Il gruppo riceve il sostegno dell’Iran, che, a sua volta, utilizzerebbe l’aeroporto della capitale siriana per inviare armi e munizioni.

Piera Laurenza. (Sicurezza Internazionale)

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