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S-400 russi: gli USA impongono sanzioni alla Turchia

(Roma 14 dicembre 2020). Gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni alla Turchia per via dell’acquisto del sistema missilistico russo S-400. La decisione, annunciata da tempo dall’amministrazione Trump, è stata confermata dal segretario di Stato americano, Mike Pompeo, su Twitter, lunedì 14 dicembre.”Nonostante i nostri avvertimenti, la Turchia è andata avanti con l’acquisto e il collaudo del sistema russo S-400. Non tollereremo transazioni significative con il settore della difesa russo”, ha scritto Pompeo.

Ad essere colpita dalle sanzioni statunitensi sarà la Presidenza turca delle industrie della difesa, in particolare il suo presidente e tre dipendenti. La mossa, preannunciata dopo che, l’8 dicembre, la Camera dei Rappresentanti USA ha approvato una legge sulla difesa con cui ha aperto la strada all’imposizione di sanzioni contro la Turchia per l’acquisto degli S-400, è destinata ad incrinare pericolosamente le relazioni tra Washington e Ankara.

Nel 2017, il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, aveva mediato un accordo dal valore di 2,5 miliardi di dollari con l’omologo russo Vladimir Putin per l’acquisto del sistema missilistico S-400. Nonostante gli avvertimenti lanciati dagli Stati Uniti e dagli alleati della NATO, di cui la Turchia fa parte, Ankara ha ricevuto la prima delle quattro batterie missilistiche nel luglio 2019. Per via di questa decisione, gli Stati Uniti, nello stesso mese, avevano estromesso Ankara dal programma di vendita e sviluppo dei caccia F-35, i jet da combattimento di quinta generazione, a singolo propulsore, con ala trapezoidale a caratteristiche stealth.

Nel frattempo, anche i leader dell’UE hanno valutato l’imposizione di sanzioni contro la Turchia durante il vertice del Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre. La Grecia è in cima ad una lista di Paesi europei che chiede un embargo sulle armi nei confronti del governo turco in risposta alle sue “attività provocatorie” nel Mediterraneo orientale. La cancelliera tedesca, Angela Merkel, che ha parlato dopo il vertice di Bruxelles, ha affermato che i 27 leader dell’Unione hanno concordato di preparare una lista limitata di sanzioni contro la Turchia e hanno rinviato a marzo le discussioni su eventuali mosse più complesse. “Abbiamo parlato di come le questioni sulle esportazioni di armi debbano essere discusse all’interno della NATO. Abbiamo detto che vogliamo coordinarci con la nuova amministrazione americana sulla Turchia”, ha dichiarato la Merkel in conferenza stampa, l’11 dicembre. Nella stessa giornata, il Ministero degli Esteri turco ha condannato quello che ha definito un approccio “parziale e illegale” del vertice europeo sulla questione delle sanzioni.

L’UE ha esportato in Turchia, nel 2018, circa 45 milioni di euro di armi e munizioni, compresi i missili, secondo l’Eurostat, ma le vendite di aeromobili sono ammontate a diversi miliardi di euro. USA, Italia e Spagna sono stati i principali esportatori di armi in Turchia, dal 2015 al 2019, in base ai dati dello Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI), un think tank che si occupa di conflitti e armamenti. I governi dell’UE hanno deciso, nell’ottobre 2019, di limitare le vendite di armi alla Turchia, ma si sono fermati prima di un imporre un blocco effettivo, come invece è stato fatto per Stati come la Russia, la Bielorussia, la Siria e il Venezuela. L’Unione Europea e la NATO stanno pianificando di tenere un vertice con il neo presidente eletto degli Stati Uniti. Joe Biden, dopo che entrerà in carica, a gennaio 2021.

Le sanzioni statunitensi, avvertono gli esperti, potrebbero sconvolgere ulteriormente le relazioni USA-Turchia che “sono in profonda crisi da un bel po’ di tempo su una serie di questioni”, secondo le parole di Galip Dalay, membro della Robert Bosch, che ha aggiunto: “Sul piano interno potrebbe aumentare l’anti-americanismo ed è improbabile che la politica turca cambi”.

Chiara Gentili. (Sicurezza Internazionale)

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