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L’attentatore di Vienna era un foreign fighter mancato

(Roma 03 novembre 2020). Situazione ancora molto tesa nella capitale austriaca. Il bilancio degli attentati al momento è di cinque morti, compreso il ventenne attentatore, e 22 feriti. Il terrorista ha sparato a chi sedeva ai tavolini dei bar in sei diversi punti del centro storico, come a Parigi nel 2015. Arrestate 14 persone sospettate di essere legate all’attacco

Cinque morti fra cui l’autore dell’attacco, 22 feriti di cui almeno 7 in gravi condizioni e una serie di retate che hanno portato finora a 18 perquisizioni e 14 arresti: la situazione è ancora molto tesa a Vienna, duramente colpita nel suo cuore pulsante lunedì sera, quando molti viennesi erano usciti alla vigilia della chiusura dei locali per il « lockdown » anti Covid, in vigore da oggi.

L’attentatore, un 20enne austriaco ma originario della macedonia del Nord simpatizzate dell’Isis, è stato ucciso pochi minuti dopo l’attacco dalle forze speciali della polizia austriaca nei pressi della chiesa di San Ruperto (Ruprechtskirche). Era stato arrestato, condannato e liberato con la condizionale dopo che aveva tentato di andare a combattere in Siria come foreign fighter dello Stato islamico.

Secondo quanto riferito dal ministro dell’Interno Karl Nehammer, si chiama Fejzulai Kujtim, aveva 20 anni ed era un cittadino austriaco con doppia cittadinanza avendo radici della Macedonia del Nord. La famiglia dell’attentatore è originaria di Chelopek, località di circa 7.000 abitanti ad una decina di chilometri a sud-est di Tetovo, città della Macedonia del Nord non distante dal confine con il Kosovo. Kujtim era nato nel 2000 a Moedling, paese non distante dai luoghi dell’attacco.

La condanna per aver tentato di recarsi in Siria

Sempre secondo l’esponente del governo, il giovane era senza dubbio un sostenitore, quantomeno un simpatizzante, della milizia terrorista islamista dello Stato islamico. Il 25 aprile del 2019 era stato condannato a 22 mesi di reclusione per aver cercato di recarsi in Siria per unirsi ai militanti dell’Isis.

Il giovane, all’epoca diciottenne, era stato sorpreso mentre cercava di lasciare la Turchia. Il 5 dicembre dello scorso anno era stato liberato in anticipo con la condizionale. Fejzulai Kujtim, come riferito dal ministro Nehammer, « per eseguire questo orribile attacco a cittadini innocenti, era equipaggiato con una finta cintura esplosiva, un fucile automatico, una pistola e un machete ». Prima dell’attacco, l’attentatore pare abbia pubblicato una foto sul suo account Instagram che lo mostrava con due armi: non e’ ancora chiaro se avesse giurato fedeltà allo Stato islamico.

Il terrorista ha sparato a chi sedeva ai tavolini dei bar in sei diversi punti del centro storico, una circostanza che ha riportato alla mente quel terribile 13 novembre 2015 quando a Parigi furono colpite le persone sedute ai cafè del Decimo Arrondissement, oltre agli obiettivi del Bataclan e dello Stade de France. Non ci sono prove di un secondo attentatore, ha spiegato il ministro dell’Interno.

Chiuso il « Prater », rinviato il mercatino di Natale

Un « ripugnante atto terroristico », secondo il cancelliere Sebastian Kurz, ma preparato « in modo molto professionale ». Il ministro dell’Interno Karl Nehammer, ha chiesto che durante l’attuale fase delicata di ricerca degli autori (non si sa se uno o di più, oltre all’attentatore ucciso) i viennesi restino a casa e ha disposto per oggi la chiusura delle scuole. In una conferenza stampa all’alba, il ministro ha detto che il terrorista ucciso era secondo i risultati delle prime indagini un « simpatizzante dello Stato islamico radicalizzato », pesantemente armato, anche se la cintura esplosiva che aveva attorno al corpo si è rivelata finta. Il famoso parco divertimenti di Vienna, il ‘Prater’, che dista ad una ventina di minuti a piedi dai luoghi dell’attentato terroristico di ieri sera, è stato chiuso con effetto immediato sia per motivi di sicurezza che per quelli legati alla crescente pandemia di Covid-19. Il motto « c’è sempre qualcosa da fare al Prater’, non potrà quindi essere seguito. Il Mercatino di Natale ai piedi della grande ruota panoramica (Riesenrad) rinvia l’apertura dal 21 novembre all’1 dicembre.

Fermati tre sospetti

« A Vienna e nella Bassa Austria sono state effettuate 18 perquisizioni domiciliari e compiuti 14 arresti », ha detto Nehammer nel fare un punto sulla situazione delle indagini. Le condizioni del poliziotto ferito, già operato, sono considerate ‘stabili’. In mattinata, un blitz delle forze dell’ordine in un appartamento a Sankt Poelten, a 60 km da Vienna aveva portato al fermo di due persone. Un terzo uomo, definito come un « noto islamista », è stato arrestato a Linz e si ritiene sia collegato all’attacco.

La prima sparatoria, attorno alle 20, è avvenuta nella via in cui si trova la principale sinagoga della capitale, chiusa in quel momento e teatro nel 1981 di un attentato con due vittime, vicina a una zona di locali molto frequentata. Gli attentatori hanno sparato a chi sedeva nei « dehors » dei locali del centro della città, in altri 5 luoghi; alle 20,09 uno degli aggressori è stato colpito a morte dagli agenti che erano nel frattempo intervenuti. Gli attacchi sono avvenuti in sei diversi punti della città vecchia.

I luoghi colpiti nel centro di Vienna sono tutte molto vicini fra loro e si trovano tutti nel Primo distretto, quello centrale. Mentre l’attacco era ancora in corso, i testimoni hanno postato sui social circa 20 mila video; immediatamente è stato chiesto di non diffonderli e una squadra speciale di agenti li sta analizzando. Le cinque vittime sono tre uomini e due donne, una deceduta dopo il ricovero all’ospedale.

Dei 22 feriti almeno sette si trovano in gravi condizioni. A perdere la vita sono stati due anziani, un uomo e una donna, una cameriera e un 21enne albanese. Un migliaio di uomini, fra poliziotti e militari, sta ancora partecipando alla caccia all’uomo, con elicotteri e posti di blocco intorno alla capitale. 75 soldati sono stati posti a guardia degli edifici « sensibili » mentre anche le vicine Germania e Ungheria hanno annunciato l’invio di forze speciali. L’appartamento in cui viveva il terrorista ucciso è stato perquisito dalle forze dell’ordine che hanno usato una carica esplosiva per accedervi; una modalità analoga è stata utilizzata dalle forze dell’ordine che hanno fatto irruzione in un appartamento non lontano da Vienna e riconducibile all’entourage dell’attentatore ucciso.

Marco Marangoni e Francesca Venturi. (AGI)

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