Turchia-Qatar: Erdogan a Doha per «riscuotere le tasse»

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Qatar's Emir Sheikh Tamim bin Hamad Al Thani, right, and Turkey's President Recep Tayyip Erdogan pose for photos for the media before their meeting in Doha, Qatar, Monday, Nov. 25, 2019. Erdogan is in Doha for a one-day working visit.(Presidential Press Service via AP, Pool)/ANK103/19329404562380/POOL PHOTO/1911251240

(Roma-03 luglio 2020). Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, il 2 luglio, si è recato a Doha, dove ha incontrato l’emiro qatariota, Sheikh Tamim bin Hamad al-Thani. Secondo alcuni, l’obiettivo di Ankara è stato chiedere ulteriori fondi al proprio alleato.

Secondo il quotidiano «al-Araby al- Jadeed», quella del 2 luglio è stata la prima visita «di lavoro» del capo di Stato turco dallo scoppio della pandemia. Si è trattato di un incontro durato circa tre ore, ma chiuso alla stampa. Le discussioni si sono focalizzate perlopiù sul rafforzamento della cooperazione, soprattutto economica, e sulla crisi libica, dove sia Doha sia Ankara sostengono il governo di Tripoli, altresì noto come Governo di Accordo Nazionale (GNA). Non si esclude, poi, che i due interlocutori abbiano parlato altresì di sicurezza, vista la presenza del capo dei servizi di intelligence turchi, Hakan Fidan, e del ministro della Difesa nazionale, Hulusi Akar.

Fonti qatariote hanno poi riferito che i due leader hanno discusso delle relazioni strategiche e delle modalità per potenziarle in diversi campi, tra cui anche energia e commercio. Al termine dell’incontro, l’emiro al-Thani ha affermato, sul proprio account Twitter, che i due Paesi si sono detti consapevoli delle relazioni profonde che uniscono i loro popoli ed è il patrimonio comune alla Turchia e al mondo arabo, così come la vicinanza in termini geografici, ad essere alla base di una cooperazione costruttiva volta alla stabilità e allo sviluppo della regione, così come al progresso dell’intera umanità.

Il quotidiano al-Arab ha poi riferito che, stando a fonti “informate” del Golfo, per Erdogan la visita del 2 luglio ha avuto altresì l’obiettivo di «riscuotere le tasse» e chiedere, nonché ottenere, fondi volti a finanziare i propri progetti nella regione del Mediterraneo orientale. Come sottolineato dal quotidiano, ciò si verifica in un momento in cui Doha ha lasciato intendere che la Turchia è pronta a colmare il vuoto che un eventuale ritiro USA, parziale o completo, potrebbe lasciare presso la base statunitense in Qatar di al-Udeid.

Parallelamente, le medesime fonti hanno rivelato che Ankara sta spingendo Doha a stanziare fondi per le campagne militari turche in Libia e Siria. A tal proposito, è stato riferito che è proprio grazie al sostegno qatariota in materia finanziaria, logistica e nel campo dell’informazione che la Turchia ha potuto avviare le proprie operazioni non solo in Libia, ma anche in Yemen, Somalia e nel Corno d’Africa. Si tratterebbe, a detta delle fonti, di un “sogno utopico” che Ankara mira a realizzare e che prevede la riaffermazione del vecchio impero ottomano. Ciò significa che a Doha verranno chiesti fondi per un periodo di tempo illimitato. Parallelamente, sottolinea il quotidiano, è probabile che un legame di tal tipo causerà un ulteriore esacerbarsi delle relazioni tra il Qatar e gli altri Paesi del Golfo e dell’alleanza con gli Stati Uniti.

Per quanto riguarda il legame economico, le società qatariote attive in Turchia sono più di 130 ed operano in vari settori, immobiliare, turistico e finanziario in primis. Dall’altro lato, le aziende di Ankara in Qatar sono circa 450, impegnate a fianco di quelle di Doha in più di 130 progetti, per un valore totale superiore a 15 miliardi di dollari. I due Paesi hanno firmato una serie di accordi e memorandum d’intesa, tra cui un accordo sulle disposizioni per lo scambio bilaterale di valuta, riyal del Qatar e lira turca, tra la Banca centrale del Qatar e la Banca centrale della Turchia. A tal proposito, il 2 luglio, il Qatar Financial Center ha firmato un memorandum d’intesa con l’Ufficio finanziario della presidenza turca, mentre altri accordi hanno riguardato la cooperazione industriale e tecnologica e la pianificazione urbanistica.

In passato il Qatar è stato definito uno «Stato della Turchia». Tuttavia, secondo un ex diplomatico in condizioni di anonimato, l’asse Doha-Ankara non è ben visto dalla popolazione qatariota, la quale considera il proprio governo vittima di estorsione e sfruttamento. La Turchia farebbe credere al proprio alleato di poter svolgere un ruolo equo nello scacchiere internazionale e nelle diverse questioni regionali, ma, in realtà, il Qatar fornisce semplicemente denaro e resta in attesa del completamento delle missioni da parte dell’esercito turco.

(Piera Laurenza – Sicurezza Internazionale). (L’articolo)