Libia : Sarraj telefona a Conte. «Aiutateci a sminare Tripoli»

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(Roma-30 maggio 2020). Ritirandosi dal Sud della capitale, i miliziani di Haftar hanno lasciato decine di mine nelle case. L’Italia: la missione Ue « Irini » sarà imparziale. Scambio di inviti per visite.

Telefonata fra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il premier libico Fayez al-Sarraj. I due governi, alleati da quando Sarraj è arrivato a Tripoli nel marzo 2016, negli ultimi mesi hanno vissuto un lungo momento di freddezza. Dal 4 aprile 2019, quando il generale Haftar ha attaccato Tripoli, più volte il governo libico aveva chiesto aiuto militare e politico all’Italia di Giuseppe Conte. Aiuto negato dall’Italia dal punto di vista militare e concesso col contagocce a livello politico.

Le cose sono in miglioramento: con i successi militari garantiti a Tripoli dall’impegno militare turco, Sarraj ha ritrovato spazio di manovra politico internazionale.  E questo convince Tripoli a provare ad aprire con l’Italia una nuova fase della collaborazione a livello politico. Conte ha invitato Sarraj a Roma e il leader libico ha fatto lo stesso invito per un viaggio a Tripoli dell’italiano.

Palazzo Chigi dà notizia della telefonata fra i due premier con poche righe di comunicato: « Il presidente Conte ha avuto oggi una conversazione telefonica con il Presidente libico Fayez al-Sarraj. Al centro del colloquio il percorso guidato dall’Onu nell’alveo del processo di Berlino. Condivisione sul rifiuto dell’opzione militare e sostegno ad una soluzione politica quale unica via sostenibile ».

Non è chiaro quale futuro possa avere il percorso del « processo di Berlino », visto che di fatto la conferenza di gennaio nella capitale tedesca si è risolta in un fallimento. Ma per la diplomazia italiana ripetere alcune formule anche quando sono meno efficaci è una tradizione irrinunciabile.

Sarraj invece ha pubblicato un suo comunicato che entra nel merito degli argomenti della telefonata. Innanzitutto, Conte avrebbe dato a Sarraj dei messaggi di sostegno importanti: la produzione di petrolio libico (bloccata dal generale Haftar) deve riprendere al più presto. Deve cessare l’ingresso di armi in Libia, e qui il riferimento non può che essere agli aerei da caccia russi arrivati ad Al Jufra. Ancora: Conte ha rassicurato Sarraj che la missione navale Irini « sarà imparziale e svolgerà i propri compiti in completa neutralità ». Tripoli aveva protestato con l’Italia, con la Ue e con l’Onu perché così come è stata strutturata la missione navale potrebbe fermare le armi in arrivo a Tripoli (dalla Turchia), ma non quelle che arrivano ad Haftar dall’Egitto o dalla Russia.

Sarraj ha poi insistito nel chiedere a Conte « un sostegno concreto alla Guardia costiera libica affinché continui nel suo ruolo efficace nel salvare i migranti ». Il premier libico ha chiesto aiuto all’Italia per sminare i quartieri residenziali di Tripoli Sud che sono stati abbandonati dalle milizie di Haftar. Dopo mesi di assedio, l’esercito di Tripoli è riuscito a spingere lontano i miliziani e i mercenari di Haftar, che però ritirandosi hanno minato molte abitazioni. Negli ultimi giorni Sarraj sta vivendo un momento di maggior successo politico: il segretario di Stato americano Mike Pompeo gli ha fatto 2 telefonate, si parla della possibilità di un contatto diretto con Donald Trump. I successi militari garantiti a Tripoli dalla Turchia hanno aperto una fase politica nuova. E la novità più importante è che gli Stati Uniti da una settimana hanno alzato il tono contro il coinvolgimento militare diretto e indiretto della Russia di Vladimir Putin in Libia. (VINCENZO NIGRO – La Repubblica)

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