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Raid contro le barche, il capo del Pentagono Hegseth criminale di guerra ? Il Congresso USA indaga

(Roma, 02 dicembre 2025). Il Congresso degli Stati Uniti sta indagano sul fatto che l’amministrazione americana di Donald Trump e in particolare il Segretario della Difesa Pete Hegseth possano aver commesso crimini di guerra ordinando gli attacchi mirati contro le navi dei presunti narcotrafficanti operanti nel Mar dei Caraibi e, in misura minore, nell’Oceano Pacifico.

Hegseth sotto accusa

Mai un capo del Pentagono è stato accusato di crimini tanto gravi durante il suo periodo in servizio, e in particolar modo Hegseth è stato messo nel mirino da diversi membri delle Commissioni sulle Forze Armate tanto della Camera dei Rappresentanti che del Senato Usa e, cosa più importante, sottoposto a uno scrutinio bipartisan. In tempi di polarizzazione politica crescente, infatti, sia dal Partito Democratico che dal Partito Repubblicano si sono mosse diverse voci critiche.

“Gli attacchi hanno suscitato preoccupazioni da parte dei legislatori repubblicani e democratici, degli esperti di diritti umani e dei critici, secondo cui le azioni militari sarebbero illegali secondo il diritto nazionale e internazionale”, nota il Financial Times.

L’insolito asse Kelly-Paul

L’ex astronauta, senatore democratico per l’Arizona e esperto di questioni securitarie Mark Kelly ha dichiarato che a suo avviso sembrerebbe costituire un crimine di guerra l’ordine di Hegseth di uccidere tutti i membri di un equipaggio bombardato a settembre dopo che un primo raid aveva lasciato due sopravvissuti.

Quel Kill Them All! è visto come l’autoammissione di un crimine. Kelly è espressione di una corrente dei dem tradizionale, vicina all’establishment progressista, ed è dunque curioso vederlo convergere sulle posizioni che in campo repubblicano Rand Paul, senatore del Kentucky, aveva espresso già a ottobre. Per Paul le forze armate Usa “giustiziano sommariamente le persone senza presentare prove al pubblico”. Ha definito “esecuzioni extragiudiziali”, dunque atti illegali, le manovre americane nel Mar dei Caraibi.

Mike Rogers e Roger Wicker, vertici repubblicani nelle commissioni di Camera e Senato sulle forze armate, da un lato ed Adam Smith e Jack Reed, loro omologhi democratici, dall’altro, hanno promesso un forte e severo scrutinio sulle mosse dell’amministrazione. Tutto questo avviene mentre Donald Trump opera una strategia su più livelli per fare pressione sul Paese che ritiene il coordinatore d’ultima istanza del narcotraffico regionale, il Venezuela di Nicolas Maduro.

La strategia USA in America Latina

Alternando pressioni militari, minacce d’intervento e diversioni negoziali (si parla addirittura di una chiamata con Maduro), The Donald sta rilanciando la presenza americana nel fu “cortile di casa” sul piano militare.

Per lui e Hegseth l’interventismo contro i narcos, o i presunti tali, serve a ribadire la strategia di primazia nel cosiddetto “emisfero occidentale” che il Pentagono incentiva e sottolinea, a consolidare lo strappo dal multilateralismo dell’amministrazione e a consolidare l’idea di un’America-fortezza pronta a colpire ogni minaccia alla sicurezza propria e della sua popolazione. Inoltre, militarizzare il Mar dei Caraibi serve come deterrenza a Cina e Russia, sempre più influenti in America Latina. L’America vuole presentarsi come un impero tornato ad agire con forza, ma la sua élite politica è spaccata. I casi del disastroso interventismo degli scorsi decenni e il cesarismo di un’amministrazione che spesso scavalca con disinvoltura il Congresso ha chiamato in campo il peso dei contropoteri di Washington. A cui ora Hegseth sarà chiamato a rendere conto.

Di Andrea Muratore. (Inside Over)

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