(Roma, 13 novembre 2025). A Kiev vengono cacciati due ministri che si sono fatti beccare con le mani nel sacco di un enorme scandalo di corruzione, il cui regista era Timur Mindich, vecchio amico e socio d’affari di Zelensky. In Russia, nel frattempo, i dirigenti di una grande azienda finiscono in galera perché, invece di costruire fortificazioni nella regione di Belgorod, spesso attaccata dagli ucraini, si sono riempiti le tasche. Oggi il vero tratto in comune tra Russia e Ucraina (due Paesi in guerra, con migliaia di morti sull’uno e sull’altro fronte) è la folle corsa a rubare denaro pubblico. Tanto che in una recente ricerca, gli ucraini hanno messo proprio la corruzione al primo posto (50,5%) tra i grandi problemi del Paese, addirittura prima dell’invasione russa.
Putin e Zelensky c’entrano solo in parte. Si tratta di un problema storico, che ha lunghissime radici. Ma i due presidenti sono comunque alla testa di Paesi in cui il reddito dei cittadini dipende in ampia misura dalla “benevolenza” dello Stato: in Russia per la ri-statalizzazione dell’economia dell’ultimo decennio, in Ucraina perché la cerchia di Zelensky gestisce in solitudine i miliardi che arrivano dall’estero e che prendono il posto di un’economia disastrata dalla guerra.
Di Fulvio Scaglione. (Inside Over)