(Roma, 22 ottobre 2025). Un piano diviso in punti – come quello di Gaza – per siglare un cessate il fuoco e avviare un serio negoziato. Secondo quanto riportato da Bloomberg, le nazioni europee stanno collaborando con Kiev per sviluppare una proposta a 12 punti volta a porre fine alla guerra con la Russia lungo le attuali linee del fronte. Il piano prevede l’istituzione di un comitato di pace presieduto dal presidente statunitense Donald Trump, secondo fonti vicine alla questione citate dalla testata americana. Una volta che Russia e Ucraina accetteranno di siglare un cessate il fuoco, la proposta prevede il ritorno in patria di tutti i bambini deportati e lo scambio di prigionieri.
Inoltre, l’Ucraina riceverebbe garanzie di sicurezza, fondi per riparare i danni di guerra e un percorso accelerato per l’adesione all’Unione Europea. Quest’ultimo è un punto cruciale: nel piano di 12 punti si parla infatti di adesione all’Ue, e non della Nato, elemento che Mosca ha sempre ritenuto cruciale.
La pace difficile
In seguito a una conversazione telefonica con Putin e a un incontro alla Casa Bianca con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Trump ha dichiarato che Russia e Ucraina dovrebbero “fermarsi dove sono”. “Basta sangue versato, con le linee di proprietà definite da guerra e coraggio”, ha scritto in un post su Truth Social. A bordo dell’Air Force One, Trump ha ribadito la sua posizione ai giornalisti, sottolineando che entrambe le parti dovrebbero “fermarsi ora sulle linee di battaglia, andare a casa, smettere di uccidere persone e chiudere la questione”, aggiungendo che la delicata partita relativa ai territori sarà discussa successivamente.
Diplomazia al lavoro ma per ora niente summit
Quanto al futuro summit tra Trump e Putin, la Casa Bianca ha dichiarato martedì che l’incontro programmato a Budapest, annunciato dal presidente Usa solo la settimana scorsa dopo la sua telefonata di due ore con il leader russo, non è al momento in programma dopo che il Segretario di Stato Marco Rubio ha parlato lunedì con il Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov. Il Cremlino ha smorzato le aspettative circa un summit imminente. “Il lavoro davanti a noi sarà impegnativo”, ha dichiarato martedì il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, secondo l’agenzia di stampa Interfax. “Né il presidente Trump né il presidente Putin hanno fornito una tempistica precisa. È necessaria una preparazione seria”.
“Decisione a breve”
Dal canto suo, Trump ha dichiarato che sta ancora decidendo se incontrare il suo omologo russo Vladimir Putin. “Non voglio sprecare un incontro. Non voglio perdere tempo. Quindi vedrò cosa succede”, ha detto ai giornalisti alla Casa Bianca martedì. “Non abbiamo ancora preso una decisione”, ha sottolineato Trump. La decisione se il vertice Russia-Usa si terrà o meno in Ungheria potrebbe essere presa nei prossimi giorni, ha osservato.”Non si sa mai cosa può succedere”, ha affermato il leader statunitense, aggiungendo che i media saranno informati “nei prossimi due giorni su cosa stiamo facendo”. “Stanno succedendo molte cose”, ha sottolineato.
I leader europei hanno espresso il loro “forte sostegno” per una cessazione immediata della guerra russa in Ucraina lungo le posizioni attuali, per consentire l’avvio di negoziati di pace, in una dichiarazione diffusa martedì. Gli alleati dell’Ucraina, riuniti nella cosiddetta “Coalizione dei Volenterosi”, si incontreranno venerdì, mentre un summit dei leader dell’Unione Europea a Bruxelles giovedì discuterà nuove sanzioni contro la Federazione russa e aiuti finanziari all’Ucraina attraverso l’uso dei beni congelati della banca centrale russa. Iniziative che non sembrano andare nell’ottica di favorire l’avvio di negoziati.
La guerra procede e la Russia avanza
Mentre si discute di un possibile e futuro vertice Putin-Trump, sul campo di battaglia la guerra continua. E Mosca può registrare un risultato importante, con l’entrate delle sue truppe a Pokrovsk. Come ha osservato Fulvio Scaglione su InsideOver, infatti, le truppe russe sono arrivate al centro della città e controllano anche la stazione ferroviaria da cui, solo qualche settimana fa, ancora partivano i convogli. Perché è importante ?
Perché Pokrovsk è l’ultimo vero bastione ucraino che si frappone tra l’esercito russo e la conquista dell’intera regione di Donetsk (quella di Luhansk è già al 100% sotto il controllo russo). E da lì a Kramatorsk, l’altra grande città ancora in mani ucraine della regione, ma non munita come Pokrovsk, ci sono solo 80 chilometri. E come osserva sempre Scaglione, quando parliamo di “bastione” non intendiamo tanto la singola città ma piuttosto quella che l’americano Institute for the Study of War definisce “fortress belt”, ovvero la direttrice lunga una cinquantina di chilometri che va da Kramatorsk a Slovyansk a Kostyantynivka a Pokrovsk.
Di Roberto Vivaldelli. (Inside Over)