(Roma, 22 settembre 2025). L’ultimo conteggio registra almeno 145 Paesi su 193
Gran Bretagna, Australia e Canada, insieme al Portogallo, hanno annunciato il riconoscimento formale dello Stato di Palestina. A questi si aggiungeranno presto anche Francia, Belgio, Lussemburgo e Malta, che potrebbero fare lo stesso in occasione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che inizia lunedì, 22 settembre, a New York. Un momento cruciale, che segna una svolta significativa nella diplomazia internazionale riguardo alla questione israelo-palestinese.
Chi riconosce la Palestina
Attualmente, circa tre quarti dei membri dell’Onu riconoscono formalmente lo Stato di Palestina. L’ultimo conteggio registra almeno 145 Paesi su 193. Dopo gli annunci recenti da parte di Londra, Canberra e Ottawa, anche Lisbona ha ufficializzato la sua posizione. L’attesa ora è per le dichiarazioni ufficiali di altri Stati europei, durante un vertice sul futuro della soluzione a due Stati, co-presieduto da Francia e Arabia Saudita.
Il riconoscimento si basa sulla dichiarazione unilaterale
d’indipendenza del 15 novembre 1988, proclamata da Yasser Arafat, allora leader dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina. L’Algeria fu il primo Paese a riconoscere formalmente lo Stato palestinese, seguita rapidamente da altri Paesi arabi, africani, latinoamericani e asiatici, tra cui India e Cina. Una seconda ondata di riconoscimenti avvenne tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011. In Europa occidentale e settentrionale, il consenso è stato finora limitato: la Svezia ha aperto la strada nel 2014, e dopo l’inizio della guerra a Gaza, anche Norvegia, Spagna, Irlanda e Slovenia hanno seguito lo stesso percorso nel 2024.
Chi si oppone
Restano almeno 46 i Paesi che non riconoscono uno Stato palestinese indipendente. Tra questi figurano Israele, Stati Uniti e diversi loro alleati. In Asia, si distinguono per il mancato riconoscimento Giappone, Corea del Sud e Singapore; in Africa, il Camerun; in America Latina, Panama. Anche la maggior parte dei Paesi dell’Oceania non ha ancora preso questa posizione. In Europa, la situazione è divisa: tra i Paesi contrari figurano, ad esempio, l’Italia e la Germania.
Cosa significa riconoscere lo Stato di Palestina
Il riconoscimento formale dello Stato di Palestina non è solo un atto simbolico, ma ha profonde implicazioni politiche e diplomatiche. Significa, innanzitutto, accettare l’esistenza di uno Stato palestinese sovrano con confini definiti – generalmente intesi come quelli precedenti alla guerra del 1967 – e con Gerusalemme Est come sua capitale.
Questo gesto rafforza la legittimità internazionale delle istituzioni palestinesi e rappresenta un chiaro sostegno alla soluzione a due Stati come via per risolvere il conflitto israelo-palestinese. Sul piano pratico, può tradursi in relazioni bilaterali, accordi economici e cooperazione diplomatica. Tuttavia, può anche generare tensioni con Israele e i suoi alleati, che considerano prematuro tale riconoscimento in assenza di un accordo negoziato tra le parti.
Di Vittorio Russo. (TG LA7)