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La Russia devia un drone ucraino in Estonia : «un boato improvviso, sembrava la guerra»

(Roma, 26 agosto 2025). L’incidente avvenuto nella contea di Tartu è il primo sul suolo estone. Il Paese baltico accelera per la realizzazione del “muro di droni”, l’assetto difensivo per proteggere l’intero territorio nazionale

Un boato alle prime ore del giorno, quand’è ancora buio, che porta con sé la terribile figurazione di un incubo chiamato guerra. «Ho sentito uno strano rumore poco dopo le cinque e visto qualcosa volare sopra casa nostra. Dopo meno di un minuto, c’è stata una forte esplosione che ha fatto tremare le finestre. Ho pensato: è la guerra». Tiiu, un giovane cittadino dell’Estonia, racconta così l’esplosione di un drone avvenuta nel villaggio di Aakre, nella contea di Tartu. Da questa mattina i media locali e internazionali stanno rilanciando la notizia del ritrovamento di resti di un drone da combattimento sul suolo estone, precipitato con grandi probabilità all’alba di domenica dopo il dirottamento di un’arma ucraina diretta verso Ust-Luga, nella regione di Leningrado non lontana da Narva.

Non un drone di manifattura russa, dunque, bensì uno in dotazione all’esercito di Kiev, come confermato anche dal direttore generale del Servizio di sicurezza interna estone, Margo Palloson. «La Russia continua la sua guerra e l’Ucraina si sta difendendo», ha dichiarato il ministro della Difesa, Hanno Pevkur. Nelle scorse settimane episodi analoghi si erano già verificati in Lituania e Lettonia con droni provenienti dalla Bielorussia, ma mai prima d’ora un residuato bellico era finito in Estonia. La causa delle recenti incursioni di droni nei Paesi Baltici così come in Polonia va individuata nelle continue interferenze informatiche a danno del segnale Gps messe in atto dal Cremlino, un espediente che – secondo il capo del Centro di intelligence della Difesa, il colonnello Ants Kiviselg – serve a «proteggere le risorse strategiche russe e, di per sé, non costituisce una minaccia diretta all’Estonia o alla Nato».

La tensione nel Paese, tuttavia, è palpabile. «La Russia sta utilizzando un potente sistema di interferenze e falsificazioni satellitari vicino ai nostri confini. Di conseguenza, un giorno un drone finisce in Lituania, il giorno dopo in Lettonia, e ora uno ha raggiunto l’Estonia», ha affermato il ministro Pevkur al quotidiano locale Postimees. E poi specifica: «Questi oggetti volano a quote molto basse per evitare di essere individuati dalla Russia, ed è proprio per questo che sono difficili da individuare».

Sul luogo dell’impatto, una campagna nell’area interna dell’Estonia centrale, sono stati trovati diversi frammenti del drone e, poco distante, il cratere post-esplosione: «L’impatto con un edificio residenziale avrebbe potuto causare danni ingenti», ha sottolineato il direttore Palloson. L’agricoltore che per primo ha trovato i resti del velivolo a guida automatica ha avvisato immediatamente le autorità, fanno sapere i media locali, rispondendo all’appello lanciato dal Governo di Tallinn per aumentare il senso di responsabilità da parte dei cittadini: «Descrivete ciò che vedete e lo Stato procederà secondo i suoi protocolli».

L’incidente avvenuto nel fine settimana e il successivo annuncio di questa mattina arrivano dopo mesi di forti discussioni sul modo in cui l’Estonia sta predisponendo il proprio arsenale militare tecnologicamente avanzato, incentrato proprio sull’impiego dei droni. Come rivelato dal portale d’informazione Err, diversi ex alti funzionari della Difesa hanno dichiarato pubblicamente che il processo non sta procedendo abbastanza rapidamente, chiedendo un pronto e più deciso intervento. «Eventi del genere dimostrano che il nostro apparato difensivo non è più qualcosa che l’Estonia può permettersi di implementare in anni», ha affermato oggi il presidente della Repubblica, Alar Karis. «Bisogna agire in fretta, è una questione di sicurezza e protezione pubblica. L’attenzione della difesa dai droni non è più limitata al confine orientale, ma richiede una prospettiva molto più ampia».

I nodi da sciogliere riguardano però il funzionamento della macchina della Difesa estone, con lo spazio aereo suddiviso in aree di responsabilità tra Polizia, Guardia di Frontiera e Aeronautica a seconda dell’altitudine a cui viene individuato un pericolo. Un concetto da superare secondo l’ex ministro degli Interni, Lauri Läänemets: «Le capacità devono essere integrate e il problema non riguarda più solo l’altitudine di volo del drone. Ora entrano in gioco anche altri fattori: le dimensioni del drone, la sua velocità e la sua posizione». Dalle parti di Tallinn, il tempo per la realizzazione del cosiddetto “muro di droni” sembra essere ormai giunto.

Di Simone Matteis. (La Stampa)

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