(Roma, 22 agosto 2025). Il ministro degli Esteri Araghchi ha avuto un colloquio telefonico con gli omologhi dei cosiddetti Paesi « E3 » e con l’Alta rappresentante dell’Unione europea per la politica estera, Kaja Kallas
I colloqui dell’Iran con Francia, Germania, Regno Unito e con l’Unione europea proseguiranno martedì prossimo a livello di vice ministri degli Esteri. Lo ha reso noto sul proprio canale Telegram il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, in un comunicato diffuso dopo il colloquio telefonico tenuto oggi con gli omologhi di Francia, Germania e Regno Unito (i cosiddetti Paesi “E3”, che avevano negoziato con Teheran un accordo sul programma nucleare iraniano) e con l’Alta rappresentante dell’Unione europea per la politica estera, Kaja Kallas. Durante la conferenza telefonica, Araghchi ha illustrato “le posizioni della Repubblica islamica dell’Iran riguardo al meccanismo noto come ‘snapback’ e le responsabilità dei tre Paesi europei e dell’Ue in merito”. Il capo della diplomazia di Teheran ha sottolineato in particolare “l’assenza di legittimità legale e morale di questi Paesi nel ricorrere a tale meccanismo”, avvertendo inoltre “sulle conseguenze di un simile atto”.
Araghchi ha ribadito che l’Iran, “così come agisce con fermezza nella difesa di se stesso, non ha mai abbandonato la via diplomatica ed è pronto a qualsiasi soluzione diplomatica che garantisca i diritti e gli interessi del popolo iraniano”. In merito alla proposta europea di prorogare la risoluzione 2231 con l’obiettivo di concedere più tempo alla diplomazia, il ministro degli Esteri iraniano ha precisato che “tale decisione spetta fondamentalmente al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. E pur avendo posizioni e vedute di principio a questo riguardo, l’Iran non intende entrare in questo processo”. Araghchi ha aggiunto, tuttavia, che Teheran consulterà e scambierà opinioni con i propri partner nel Consiglio di sicurezza in merito agli effetti di una simile iniziativa e al percorso da seguire. Da parte loro, secondo quanto riportato nella stessa nota, i ministri degli Esteri della “troika europea” e l’Alta rappresentante Ue hanno ribadito la disponibilità a lavorare a una soluzione diplomatica.