(Roma, 29 luglio 2025). “La Russia ha già ampiamente raggiunto i suoi obiettivi” in Ucraina e per questo motivo il leader russo Vladimir Putin dovrebbe riconoscere che “è tempo di dichiarare vittoria”. A scriverlo, nero su bianco, non è Russia Today o Sputnik ma la prestigiosa rivista statunitense The National Interest, in un articolo firmato da Thomas Graham, illustre membro del Council on Foreign Relations e autore del libro Getting Russia Right. A questo punto le ipotesi sono due: o la propaganda “putiniana” ha pervaso anche il Council on Foreign Relations e un autore come Graham, oppure gli americani – perlomeno alcuni – sono più realisti e lucidi di quanto non lo siano generalmente gli europei – che nel frattempo si sono fatti bellamente umiliare da Donald Trump sul fronte dei dazi.
“Putin dovrebbe dichiarare vittoria ora”
Graham parla di un “costo sbalorditivo di vite umane e materiali” per la Russia e di “morti e feriti che superano ormai il milione”. Tuttavia, lo studioso riconosce che Mosca gode di un complessivo “vantaggio sul campo di battaglia” e della capacità delle forze russe di colpire “infrastrutture critiche, le industrie della difesa e le principali città ucraine, avanzando lentamente ma inesorabilmente verso le linee del fronte più profonde in Ucraina“.
Graham sostiene che la Russia abbia già raggiunto “gran parte dei suoi obiettivi nella guerra contro l’Ucraina” e che continuare il conflitto rischi di indebolire il Paese nel contesto della competizione globale tra grandi potenze. Nella sua analisi, Graham invita Mosca a considerare l’opportunità di “dichiarare vittoria” per preservare le sue risorse strategiche.
“La grande ironia è – afferma Graham – che, per tutti gli effetti pratici, la Russia ha già ampiamente raggiunto i suoi obiettivi, mentre proseguire la guerra indebolisce la forza di cui la Russia avrà bisogno per mantenere la sua posizione nella competizione tra grandi potenze che modellerà gli eventi mondiali negli anni a venire”, scrive Graham. “Un astuto stratega riconoscerebbe che è il momento di dichiarare vittoria”.
La Russia e gli obiettivi raggiunti in Ucraina
Graham ricorda gli obiettivi delineati da Vladimir Putin un anno fa: impedire l’ingresso dell’Ucraina nella Nato, ottenere il riconoscimento dell’annessione di cinque province ucraine, demilitarizzare il Paese, promuovere la “denazificazione” e ottenere la revoca delle sanzioni occidentali. Ma qual è la situazione attuale?Secondo Graham, “l’Ucraina non entrerà nella Nato a breve“. Dalla crisi di Crimea del 2014, gli Stati Uniti e i loro alleati europei hanno dimostrato di non essere disposti a rischiare un conflitto diretto con la Russia per difendere l’Ucraina.
“Non sono ora pronti a impegnarsi a farlo ammettendo l’Ucraina nell’alleanza”, sottolinea. Sul piano territoriale, la Russia controlla oggi circa l’85% dei territori ucraini che ha formalmente annesso. “Il ponte terrestre lungo il Mar d’Azov verso la Crimea è praticamente inespugnabile”, nota lo studioso. Sebbene Kiev rifiuti di riconoscere de jure il controllo russo su questi territori, ha ammesso di non poterli riconquistare con la forza. Nel frattempo, l’Occidente, secondo Graham, imparerà ad accettare queste “realtà territoriali”, come le chiama Putin, così come ha fatto con l’annessione sovietica degli Stati baltici durante la Guerra Fredda.
La strada dei negoziati
Lo studioso di The National Interest sostiene inoltre che gli sforzi degli Stati Uniti per fermare la guerra si siano rivelati finora inefficaci e che una soluzione negoziale potrebbe essere nell’interesse di tutte le parti, in particolare della Russia. Graham evidenzia come un cessate il fuoco e negoziati ben strutturati potrebbero portare a una neutralità ucraina accettabile per Mosca, con limitazioni alle forze armate di Kiev e ai suoi legami di sicurezza con l’Occidente.
“I negoziati sulla natura della neutralità dell’Ucraina potrebbero portare a limitazioni sulle dimensioni delle sue forze armate e sui suoi legami di sicurezza con Europa e Stati Uniti, il che sarebbe visto come una smilitarizzazione dal punto di vista russo” scrive Graham. L’autore prevede che, in caso di cessate il fuoco, si terranno presto elezioni presidenziali e parlamentari in Ucraina, portando alla formazione di un nuovo governo.
Inoltre, i diritti delle minoranze, inclusi i russi etnici, sarebbero garantiti, anche perché “la Russia controlla già le principali regioni russofone dell’Ucraina” e l’accesso dell’Ucraina all’Unione Europea richiederebbe il rispetto dei principi di non discriminazione. Questi passi, secondo Graham, risponderebbero in parte alle richieste russe di un cambiamento di regime a Kiev. Nel frattempo, Stati Uniti ed Europa avvierebbero un graduale allentamento delle sanzioni contro Mosca. Una risoluzione del conflitto che conviene a tutte le parti: Russia, Ucraina e a tutto l’occidente, Europa e Stati Uniti.
Di Roberto Vivaldelli. (Inside Over)