(Roma, 15 luglio 2025). In un “mondo senza regole” in cui è “la legge del più forte che vince”, Emmanuel Macron ricorda che a suo avviso “la nostra libertà non è mai stata così minacciata” dal 1945 a oggi. In occasione della festa nazionale francese, caduta il 14 luglio, parlando ai vertici militari transalpini il presidente ha annunciato la pubblicazione della nuova edizione della Revue nationale stratégique, la linea guida operativa per forze armate e apparati securitari, annunciando un massiccio piano di investimenti militari e rinnovate ambizioni di leadership comunitaria.
La corsa della Francia sulla spesa militare
Sfruttando i piani Nato che prevedono l’aumento al 3,5% del Pil della spesa militare diretta nel prossimo decennio e le regole di flessibilità di bilancio del piano Readiness 2030 dell’Unione Europea Macron intende superare ogni vincolo ad oggi legato al debito pubblico e alle problematiche di sfida dello Stato francese e mettere in campo la corsa all’aumento fino a 100 miliardi di euro l’anno della spesa militare di Parigi nel 2035. Il primo passo sarà alzare a 64 miliardi di euro la spesa per il 2027, ultimo anno della presidenza Macron.
Secondo la Legge di Programmazione Militare 2024-2030, nota Zone Militaire, “tale importo avrebbe dovuto essere raggiunto nel 2029 [63,9 miliardi, per la precisione]. Ciò presuppone un aumento di 6,7 miliardi nel 2026 e di altri 6,2 miliardi nel 2027” nella consapevolezza che “dato il livello del debito pubblico [oltre 3.300 miliardi di euro], non si potrà certo parlare di ricorso all’indebitamento per finanziare questa accelerazione degli investimenti militari”. Non a caso il primo ministro François Bayrou è in cerca di consensi per portare all’incasso un piano di taglio alla spesa pubblica e aumento delle tasse da 40 miliardi di euro che dovrà contribuire a finanziare l’investimento militare.
A cosa vuole puntare la Francia? Macron ha promosso una revisione della dottrina strategica che prende le mosse dalla risposta a tre stimoli: il persistere della minaccia russa all’Europa, il disimpegno americano e l’emergere di nuove tecnologie critiche e dirompenti.
Le priorità di Macron
Ne emerge una strategia che dovrà consolidare quando già la Lpm 2024-2030 aveva promosso: aumento degli investimenti nella produzione di munizioni, nelle capacità logistiche, nella prontezza operativa delle forze armate. La Francia vuole poi colmare i gap di capacità che possono contribuire a mantenere i suoi apparati militari capaci di supplire eventuali ritiri americani: droni, guerra elettronica, capacità di attacco a lungo raggio, sicurezza delle telecomunicazioni e proiezione satellitare. Sono tutti teatri di confronto ove l’Europa è al traino della potenza americana e che la Nato definisce “abilitatori strategici” per le capacità di combattimento di un esercito.
Sul piano concreto, tra gli undici obiettivi definiti prioritari nella strategia di sicurezza i primi tre costituiscono il nerbo della strategia. Innanzitutto, Macron propone di rilanciare la “Force de dissuasion”, il deterrente atomico transalpino, di recente candidato a un coordinamento con quello britannico dal presidente e Keir Starmer. Seguono poi la dichiarata volontà di preparare la popolazione a affrontare “un’epoca di crisi prolungate” sul piano militare, tecnologico-informatico e ambientale e, infine, la spinta alla preparazione prebellica dell’economia tramite l’aumento della capacità industriale finalizzata alla produzione militare, la creazione di scorte strategiche nei prodotti critici e di filiere resilienti e più corte.
“Bisogna essere temuti in questo mondo”
La Francia non vuole restare indietro rispetto a partner e alleati: dopo che la Germania è andata all-in sulla spesa per il riarmo e la difesa, Parigi segue per poter a sua volta approfittare del volano industriale e del keynesismo militare dopo anni in cui Macron ha sdoganato il concetto di “economia di guerra”.
Inoltre, Parigi intende reagire a un ambiente securitario deteriorato dove si presuppone per l’Europa la possibilità di doversela cavare da sola nei prossimi anni di fronte a scenari globali sempre più caotici. Macron ha fatto intendere che per Parigi la Difesa è oggi la priorità assoluta. E ha aggiunto, parlando davanti alle forze armate: “Bisogna essere temuti in questo mondo. E per essere temuti bisogna essere forti”. Parigi non si sente né l’una né l’altra. E intende rimediare nei prossimi anni a tale percezione nel quadro di un contesto globale in cui l’uso della forza come leva politica è tornato all’ordine del giorno.
Di Andrea Muratore. (Inside Over)