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La decisione di Trump sull’Ucraina conferma la perdita di fiducia verso Putin

(Roma, 08 luglio 2025). Il presidente Trump ha confermato che Washington tornerà a inviare armi a Kyiv, pur senza specificare le quantità o i sistemi coinvolti. La mossa segue un confronto telefonico con Zelensky e arriva dopo un colloquio infruttuoso con Putin, che ha lasciato il leader americano «deluso»

Dopo l’interruzione temporanea della scorsa settimana, il meccanismo di rifornimento dei sistemi d’arma statunitensi destinati a Kyiv sembra essere in procinto di riavviarsi. A darne la notizia in occasione di un incontro con i media è stato lo stesso Presidente Usa Donald Trump. “Manderemo altre armi. Dobbiamo farlo. Devono essere in grado di difendersi. Ora vengono colpiti molto duramente… Dobbiamo inviare più armi, soprattutto armi difensive, ma sono colpiti molto, molto duramente. Tante persone stanno morendo in questo caos” sono le parole pronunciate da Trump. il quale però non ha però fornito ulteriori dettagli su quali (e quante) siano le capabilities oggetto dello “sblocco”. Anche il Dipartimento della Difesa ha rilasciato un commento in cui viene dichiarato che gli Stati Uniti “invieranno ulteriori armi difensive all’Ucraina per garantire che gli ucraini possano difendersi da soli mentre lavoriamo per garantire una pace duratura e assicurare che le uccisioni cessino”.

La settimana scorsa i media avevano riportato la notizia della decisione del Pentagono di sospendere l’invio (già approvato dal Congresso) di un pacchetto di armi all’Ucraina, dovuta una “capabilities review” condotta “per garantire che gli aiuti militari statunitensi siano in linea con le nostre priorità di difesa”, secondo quanto riportato dallo stesso Dipartimento della Difesa. Un principio che, nonostante gli sviluppi, rimane ancora valido, come evidenzia il portavoce del Pentagono Sean Parnell:“Il nostro quadro di riferimento per il Potus (President of the United States ndr) per valutare le spedizioni militari in tutto il mondo rimane in vigore ed è parte integrante delle nostre priorità di difesa America First”.

Tra i sistemi coinvolti rientravano gli intercettori Pac-3 per i sistemi Patriot, decine di sistemi di difesa aerea portatili Stinger, i missili Aim lanciati dai caccia Nasams e dagli F-16, sistemi anticarro come il lanciagranate At4, proiettili Guided Multiple Launch Rocket System (Gmlrs), missili Hellfire e munizioni d’artiglieria da 155mm.

La questione del blocco dei rifornimenti era stata discussa dal Presidente Trump e dal Presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel corso di una conversazione telefonica avvenuta lo scorso venerdì, definita come molto produttiva da entrambi i Capi di Stato dopo la sua conclusione; poco prima, il presidente statunitense aveva intrattenuto un colloquio telefonico anche con il presidente russo Vladimir Putin, il cui esito però non è parso essere positivo, con lo stesso Trump che si era dichiarato “non contento”. Parlando con i giornalisti lunedì, il Tycoon si è definito “deluso” dal fatto che Putin non si sia impegnato per fermare il conflitto.

La questione degli aiuti sarà discussa anche dall’inviato del Presidente Donald Trump per l’Ucraina Keith Kellogg e dal Ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov, che si recheranno a Roma in occasione della conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina, e si incontreranno nuovamente a Kyiv nei prossimi giorni. Incontro, come sottolinea il portavoce di Kellogg Morgan Murphy, che non era originariamente destinato ad affrontare il tema degli aiuti militari statunitensi ed è stato “organizzato prima che la notizia della pausa delle armi venisse alla luce la scorsa settimana”.

Di Lorenzo Piccioli. (Formiche.net)

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