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Iran-Israele : la guerra che fa male soprattutto a Putin, fine dell’influenza in Medio Oriente

(Roma, 26 giugno 2025). La guerra tra Iran e Israele solleva interrogativi sulla reale influenza della Russia in Medio Oriente. Quando, nello scorso fine settimana, gli Stati Uniti si sono uniti a Israele nell’attaccare i siti nucleari iraniani, l’indignazione e la condanna sono arrivate subito da Mosca. L’ambasciatore russo presso le Nazioni Unite ha dichiarato che Washington stava aprendo un « vaso di Pandora », e il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, si è precipitato al Cremlino per cercare il sostegno di Vladimir Putin. Nell’incontro avvenuto lunedì però il presidente russo ha offerto soltanto altre parole di condanna per gli attacchi, definendoli « un’aggressione non provocata » e « senza alcuna base o giustificazione ». Una risposta piuttosto deludente per Teheran e che riflette la ridotta influenza della Russia nella regione, dove Mosca cerca di mantenere un delicato equilibrio diplomatico e di ottenere vantaggi a breve termine dal conflitto tra Iran e Israele, come l’aumento dei prezzi del petrolio a sostegno della sua economia in difficoltà, o il distogliere l’attenzione globale dalla guerra in Ucraina, che dura ormai da tre anni.

I legami tra Russia e Iran si sono rafforzati dall’inizio dell’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte di Putin nel 2022, con Teheran che ha fornito a Mosca i droni Shahed e la tecnologia per costruirli. I droni sono stati un’arma chiave nella guerra. Il Cremlino ha elogiato la nuova era nelle relazioni russo-iraniane nel gennaio 2025, quando Mosca e Teheran hanno firmato un accordo di partenariato strategico. « La tempistica è stata significativa », ha affermato Renad Mansour, ricercatore senior del programma Medioriente e Nord Africa presso la Chatham House, mettendo in luce come l’accordo sia stato siglato dopo il 2024, « che è stato molto negativo per l’Iran », che ha perso importanti alleati regionali a seguito della cacciata di Bashar Assad in Siria e dell’indebolimento di Hezbollah. « L’Iran voleva fare affidamento sulla Russia », ha affermato Mansour. In pratica però l’accordo ha avuto scarso significato dopo gli attacchi di Israele all’Iran. « Credo che dal punto di vista iraniano ci sia stata una certa delusione », ha rimarcato, « ora hanno la sensazione che, di fronte a questo gigante colossale formato da Israele e Stati Uniti, la Russia non interverrà davvero ».

Il Cremlino si è irritato per le insinuazioni secondo cui starebbe abbandonando o trascurando l’Iran e il portavoce Dmitry Peskov ha negato le affermazioni secondo cui Mosca non avrebbe fornito un sostegno significativo a Teheran. Secondo Ksenia Svetlova, ex membro del parlamento israeliano nata a Mosca e ricercatrice associata presso la Chatham House, il fallimento della Russia nel fermare la caduta di Assad in Siria, tra l’altro, dimostra che l’influenza di Mosca nella regione « sta svanendo ». L’Iran deve affrontare il problema relativo alle sue difese aeree, che Israele ha in gran parte distrutto. Sostituirle non sarebbe facile, anche se la Russia lo volesse. « L’Iran ha disperatamente bisogno di sistemi di difesa », ha dichiarato all’Associated Press Arman Mahmoudian, ricercatore presso il Global and National Security Institute, « ma la Russia ha bisogno di queste stesse armi per il proprio sforzo bellico in Ucraina », quindi « la probabilità che la Russia accolga le istanze dell’Iran è minima ». Le richieste iraniane non sono le uniche che Mosca sta cercando di bilanciare. La Russia desidera infatti anche mantenere buoni rapporti con Israele. Le forze armate di entrambi i Paesi sono attive in Siria e hanno fatto attenzione a mantenere i contatti per evitare scontri diretti. Putin ha recentemente ricordato che in Israele vivono circa 2 milioni di persone provenienti dalla Russia e da altre ex nazioni sovietiche, « un fattore di cui abbiamo sempre tenuto conto ». Mosca sta anche prestando molta attenzione ai suoi rapporti con Washington, che si sono intensificati da quando il presidente Donald Trump è tornato al potere. « Per ora, Trump non mostra alcuna inclinazione ad approvare le nuove e severe sanzioni contro la Russia proposte da una maggioranza bipartisan al Senato degli Stati Uniti », ha affermato Holger Schmieding, capo economista della banca Berenberg, « ma se Putin dovesse irritare Trump in modo significativo a causa dell’Iran, potrebbe cambiare tattica e imporre nuove pesanti sanzioni ».

(Il Tempo)

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