(Roma, 19 maggio 2025). Trump rilancia un’iniziativa diplomatica con Putin sulla guerra in Ucraina, ma senza reali cambiamenti nella posizione russa. L’apparente apertura rischia di congelare il conflitto alle condizioni di Mosca, indebolendo Kyiv e la coesione occidentale. Washington tiene il punto, il Cremlino allunga i tempi sfruttando l’inerzia a proprio favore
Donald Trump ha annunciato che Russia e Ucraina inizieranno “immediatamente” i preparativi per dei colloqui di pace, a seguito di una telefonata di due ore con Vladimir Putin. Il presidente degli Stati Uniti ha precisato che Washington non avrà un ruolo di mediazione diretta, lasciando che le parti in conflitto negozino autonomamente i termini dell’intesa. “Solo loro conoscono i dettagli di un negoziato che nessun altro potrebbe conoscere”, ha dichiarato.
Trump ha anche suggerito che il Vaticano sarebbe “molto interessato” a ospitare i colloqui, aggiungendo: “Che il processo abbia inizio!”. La telefonata con Putin è stata seguita da una comunicazione con il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj e i leader di Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Finlandia e Commissione Europea. Secondo fonti diplomatiche, alcuni interlocutori europei si sono detti sorpresi dalla descrizione dell’accordo fornita da Trump.
Da parte sua, Vladimir Putin ha definito la conversazione “molto franca e dunque molto utile”, ma non ha indicato alcun cambiamento sostanziale nella posizione russa. Il presidente russo ha spiegato che Mosca è pronta a lavorare con Kyiv a un memorandum sui principi e la tempistica di un possibile accordo di pace, che potrebbe includere anche un cessate il fuoco temporaneo, “qualora vengano raggiunti gli accordi pertinenti”.
Putin ha ribadito che l’obiettivo della Russia resta quello di “eliminare le cause profonde della crisi”, formula che, secondo l’interpretazione consolidata, fa riferimento alla volontà di impedire all’Ucraina un’integrazione strategica con l’Occidente. La settimana scorsa, i negoziatori russi avevano chiesto il ritiro delle truppe ucraine da Kherson e Zaporizhzhia, minacciando nuove avanzate militari in caso di rifiuto.
L’iniziativa diplomatica si inserisce in una fase di rinnovato movimento: venerdì si sono svolti a Istanbul i primi colloqui diretti tra Russia e Ucraina dopo tre anni di conflitto. Tuttavia, in precedenza Putin aveva rifiutato di partecipare a un incontro in Turchia, spingendo Trump a dichiarare che “nulla accadrà finché non ci sarà un faccia a faccia con il presidente russo”.
L’americano ha promesso di porre fine alla guerra nel primo giorno di un eventuale secondo mandato, ma le distanze tra le parti restano ampie. In Europa cresce il timore che un eventuale accordo promosso da Trump possa accogliere le richieste più radicali del Cremlino, mettendo a rischio la posizione dell’Ucraina. Al termine della telefonata multilaterale, i leader coinvolti hanno riaffermato il proprio sostegno a Kyiv nel percorso verso un cessate il fuoco.
Di Ferruccio Michelin. (Formiche)