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«Un muro per proteggere l’Ucraina» : cosa c’è dietro la proposta che arriva dall’America

(Roma, 02 maggio 2025). L’editorialista conservatore Marc A. Thiessen chiede al presidente Usa Donald Trump di costruire una barriera per proteggere Kiev dalla minaccia di Mosca

I muri, come dice l’attuale inquilino della Casa Bianca Donald Trump, funzionano. Quindi perché non costruirne uno che separi l’Ucraina dalla Russia e protegga così Kiev da Mosca? La curiosa e controversa proposta è contenuta in un editoriale pubblicato, inaspettatamente, dal Washington Post, quotidiano liberal di proprietà di Jeff Bezos. A firmarlo è Marc A. Thiessen, columnist autore dei discorsi dell’ex presidente repubblicano George W. Bush ed esperto dell’American Enterprise Institute, centro studi fucina di analisti neocon, la corrente di pensiero che più ha influenzato il partito dell’elefante nei primi anni Duemila.

L’analista, ospite anche dei programmi di Fox News, traccia un singolare collegamento tra il muro al confine con il Messico, cavallo di battaglia in tema di immigrazione del leader Usa sin dalla sua prima campagna elettorale, e quello che la Polonia sta costruendo al confine con la Russia e la Bielorussia. La barriera che Varsavia ha cominciato a realizzare lo scorso ottobre è denominata “Scudo orientale” e combina classici sistemi di protezione fisici a elementi di sorveglianza all’avanguardia. Il tutto per impedire o frenare eventuali mosse azzardate da parte di Mosca.

L’iniziativa della Polonia, appoggiata in modo unanime dalla sua classe politica, ha nel frattempo convinto altri Paesi come Estonia, Lettonia e Lituania ad espandere le barriere difensive per proteggere, di fatto, il fianco orientale della Nato. Perché non espandere questo sistema all’Ucraina, si chiede Thiessen, il quale poi si rivolge direttamente a The Donald per esortarlo a costruire una muraglia difensiva tra i due Paesi in guerra.

“Se la Polonia può costruire una barriera sofisticata per fermare l’esercito russo”, si legge nell’editoriale del Washington Post, “certamente possiamo aiutare l’Ucraina a costruire un sistema simile lungo un’area che diventerebbe una zona demilitarizzata, simile a quella della Corea, insieme al territorio ucraino occupato dalla Russia, in base a qualsiasi accordo di pace”.

La proposta di Thiessen fa leva su calcoli economici particolarmente cari al presidente Trump. L’esperto ritiene infatti che il progetto, considerati i suoi benefici, sarebbe un affare e non dovrebbe comportare costi di gran lunga superiori a quelli affrontati dalla Polonia per realizzare il suo scudo: circa 2,5 miliardi di dollari per la protezione del suo confine di 400 miglia a fronte di circa 50 miliardi di dollari che Kiev al momento vorrebbe spendere in armi americane.

Il muro tra Ucraina e Russia, prosegue Thiessen, non comporterebbe inoltre spese per i contribuenti statunitensi e potrebbe essere finanziato da varie forme di prestito. “Il costo di un muro ucraino sarebbe esiguo e i meccanismi per finanziarlo sarebbero abbondanti. Tutto ciò che serve”, aggiunge Thiessen, « è un accordo di pace e la volontà di costruirlo ».

Il Washington Post ha ammesso che l’editoriale in questione è stato accolto da numerosi commenti negativi. Lo stesso esperto conservatore riconosce che a molti ucraini il simbolismo di un muro che separa i territori liberi da quelli occupati del loro Paese potrebbe non piacere e potrebbe evocare la Cortina di Ferro degli anni della Guerra Fredda.

Thiessen però invita a considerare che, al termine della competizione tra Stati Uniti e Unione Sovietica, il muro di Berlino è caduto e la Germania è stata riunificata e al momento una barriera è necessaria per difendere l’esistenza dell’Ucraina dalla minaccia della Russia. E alla fine, l’analista conclude senza esitare: « Trump dovrebbe costruirlo. Perché ha ragione : i muri funzionano ».

Di Valerio Chiapparino. (Il Giornale)

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